"È una manovra che privilegia pochi, a scapito di molti rinunciando a una politica espansiva, capace di sostenere redditi, investimenti e crescita; manca una visione d'insieme, le misure fiscali restano frammentate, categoriali, inique e si ripropone la logica delle rottamazioni e dei condoni, che mina la fiducia dei cittadini onesti e indebolisce la lotta all'evasione". Lo ha dichiarato il senatore dem Alberto Losacco in commissione Finanze, dove il Pd ha dato un giudizio negativo al testo della manovra, presentando una proposta di parere alternativo che, oltre alla firma di Losacco, reca anche quella dei senatori Francesco Boccia e Cristina Tajani. "Il quadro macroeconomico - ha spiegato il parlamentare dem - è preoccupante: il PIL cresce appena dello 0,5%; la produzione industriale è in calo; l'export crolla, soprattutto verso gli Stati Uniti, con perdite superiori ai 10 miliardi di euro; le ore di Cassa Integrazione autorizzate sono in forte aumento; la disoccupazione giovanile supera il 18%, mentre si riduce il potere d'acquisto delle famiglie. A tutto questo - ha aggiunto Losacco - un dato inaccettabile: la pressione fiscale continua a salire, dal 41,4% nel 2023 al 42,8% nel 2025, colpendo soprattutto lavoratori dipendenti e pensionati. E la riduzione delle aliquote IRPEF è simbolica: appena 40 euro per chi guadagna 30 mila euro l'anno". "Siamo di fronte - ha detto ancora il senatore Pd - a una manovra tra le più modeste dell'ultimo decennio, costruita su tagli di spesa e riduzioni di entrate. Sul fronte delle imprese, si ripropongono strumenti vecchi, mentre aumentano accise e imposte sui dividendi. E ancora una volta, le banche vengono chiamate a nuovi oneri, che finiranno per gravare su famiglie e imprese. Il Governo, invece di premiare chi rispetta le regole, continua con una lunga serie di sanatorie e condoni, minando la cultura della legalità fiscale. Infine, il PNRR, che dovrebbe essere il motore della ripresa, procede a rilento e rischia di non centrare gli obiettivi entro il 2026. In sintesi, questa legge di bilancio non stimola la crescita, non sostiene le imprese, non protegge i redditi. Non costruisce fiducia, né futuro", ha concluso Losacco.