Ci ho pensato un po’ prima di scriverlo, anche perché — sembra strano a dirsi — 18 anni fa, a quelle primarie, non c’ero. Eh già, ero ancora perso tra liste e movimenti civici, più o meno al centro, più o meno perso nelle scuole superiori. E la “coscienza politica”, quella vera, quella nel sangue, arrivò solo dopo. Ma poi il Pd è diventato la mia casa. E non solo una casa: molto di più. È diventato un pezzo della mia vita, della mia quotidianità. A volte anche del mio lavoro. E mi ci sono incazzato, tante volte. E tante altre mi ci incazzerò. Ci ho pianto anche. Ho avuto i geloni nell’attaccare i manifesti, così come ho preso insolazioni sotto il sole in improbabili campagne elettorali estive. Ho conosciuto persone che oggi sono molto di più che semplici compagni o compagne, perché con loro divido molto di più “del pane”. E non c’è un istante in cui, guardando una sede del PD, un seggio delle primarie o una bandiera del Partito — e della giovanile, il bel simbolo arancione — non mi senta a casa. Oppure in una manifestazione, Festa de l'Unità, gazebo, assemblea, presidio, evento...e le foto raccontano solo una parte di tutto quello che per me è stato e che sarà ancora. Buon compleanno, Partito democratico. Il meglio deve ancora venire.