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Per noi il percorso di pace è indivisibile dal riconoscimento dello Stato palestinese

02 Ottobre 2025

Questa notte l'esercito israeliano ha bloccato e arrestato gli attivisti delle 40 navi della Global Summit flottiglia in acque internazionali a 80 miglia nautiche da Gaza, con un atto illegale da ogni punto di vista del diritto internazionale, del diritto marittimo e anche del diritto umanitario. Questo noi l'abbiamo sentito dire, Ministro. Non abbiamo sentito da parte vostra una parola di condanna e nemmeno di critica di quanto accaduto.

Il governo australiano e quello irlandese hanno espresso preoccupazione per l'intercetto israeliano di una missione pacifica. La Procura di Istanbul ha aperto un'indagine per gli arresti in acque internazionali. Il governo colombiano ha denunciato l'accordo di libero scambio con Israele in risposta a quanto è accaduto questa notte.

Non è possibile stare a guardare mentre Netanyahu compie atti di pirateria in acque internazionali. I governi europei e il governo italiano non lo devono tollerare e devono fare tutto quello che possono per tutelare l'incolumità degli attivisti e farli liberare e rientrare il prima possibile, perché la loro detenzione è illegittima. Dovete fare, Ministro, tutto il possibile per fermare il blocco illegale degli aiuti imposto dal governo israeliano e aprire un corridoio umanitario permanente per portare aiuti ai palestinesi.

La verità è che le navi della flottiglia stavano provando a fare ciò che avrebbero già dovuto fare i governi europei e l'Unione Europea, senza accettare di vedere marcire centinaia di aiuti a Rafah nei camion fermi. In tantissime piazze d'Italia, nelle strade, nei porti, nelle scuole, negli scioperi, nelle manifestazioni di ieri e delle settimane precedenti si è alzata una voce chiara, una voce che chiede di fermare i crimini del governo israeliano a Gaza e in Cisgiordania, con oltre 60.000 palestinesi uccisi dall'esercito israeliano, tra cui tantissime donne e bambini civili in fila per il cibo.

Si è alzata con forza la voce di un'Italia che non vuole essere complice di quello che anche gli esperti internazionali e la Commissione dell'ONU definiscono genocidio, e non è accettabile che il governo provi a coprire o ignorare il grido di quelle centinaia di migliaia di manifestanti che in modo del tutto pacifico nel paese e nelle città hanno scioperato e manifestato per i palestinesi.

Smettetela di criminalizzare ogni piazza e ogni forma di dissenso. Non potete ignorare un sentimento che è forte attraverso il paese, quel grido nelle piazze stracolme, negli scioperi che vi saranno anche domani e noi saremo con loro, come sempre, pacificamente, per manifestare per la flottiglia, per manifestare per Gaza.

Guardate, non è accettabile nemmeno, lo voglio dire con nettezza, l'attacco della Presidente Meloni questa mattina allo sciopero e le minacce di precettazione. Giù le mani dal diritto di sciopero di lavoratrici e lavoratori.

L'Italia è migliore di chi oggi la governa. Questa discussione è già tardiva, Ministro, e lei lo sa, perché avevamo chiesto insieme alle altre opposizioni alla Presidente Meloni di venire in Parlamento prima di andare a New York a non annunciare il riconoscimento dello Stato di Palestina, come invece hanno fatto la Francia, il Regno Unito, il Canada, l'Australia, San Marino e tanti altri paesi.

Ma Meloni qui non è venuta, è venuto lei, Ministro, e so che con il Ministro Crosetto nei giorni scorsi vi siete mossi per chiedere garanzie al governo israeliano che non avrebbe usato la forza contro delle navi disarmate e pacifiche, ma non si capisce perché. Mentre voi facevate questo, la Presidente del Consiglio ha tirato fuori la clava contro gli attivisti della flottiglia e ha usato per loro parole più dure di quante ne abbia mai usate per i crimini di Netanyahu. Ha parlato di un'iniziativa pericolosa, gratuita e irresponsabile.

Poteva dirlo quando il governo israeliano ha fatto uccidere i negoziatori in Qatar. No, l'ha detto contro la flottiglia. Ha detto: risparmiateci la lezione di morale sulla pace se il vostro obiettivo è l'escalation. Pensavo lo dicesse quando l'esercito israeliano ha sparato sui civili che erano in fila per il pane, ma no, l'ha detto alla flottiglia. Ha detto che le sofferenze del popolo palestinese evidentemente non erano la priorità. Pensavo che parlasse a Netanyahu contro il blocco criminale di aiuti umanitari che stanno imponendo ai palestinesi e invece no, stava parlando a 400 attivisti disarmati che facevano rotta per Gaza.

Ha detto che tutto quello che succede in Italia è contro di lei e non per dare sollievo a Gaza. Ma davvero pensa che gli italiani abbiano portato a Music for Peace 500 tonnellate di aiuti umanitari per fare un dispetto a lei? Deve uscire dalla sua megalomania, gliel'ho già detto. Ha mentito dicendo che gli aiuti potevamo portarli noi in poche ore.

Lei lo sa, Ministro, perché su questo ci siamo sentiti spesso, che sono settimane che cerchiamo di aprire un canale via terra per portare gli aiuti raccolti da Music for Peace attraverso la Giordania. Il governo israeliano non vuole far passare i biscotti: pare che siano troppo energetici per dei bambini che muoiono di fame. Meloni dovrebbe contrastare duramente queste regole criminali e inumane, non accettarle e invece restare muta per non litigare con Netanyahu.

Cosa avrebbe potuto dire, mi direte, la Presidente Meloni? Voglio farvi un esempio concreto. Avrebbe potuto dire, anche ieri, che dobbiamo ricordare che questa è una missione umanitaria, che non avrebbe avuto luogo se il governo israeliano avesse consentito l'ingresso e la distribuzione di aiuti umanitari da parte delle Nazioni Unite e dire che quei compatrioti che si trovano sulla flottiglia avranno piena protezione diplomatica perché non rappresentano un pericolo o una minaccia per Israele. È quello che ha detto ieri Pedro Sanchez, mentre a pochi metri di distanza Meloni insultava gli attivisti.

Presidente Meloni, molli la clava e provi a fare la Presidente del Consiglio di questo Paese. Soprattutto adesso che si apre uno spiraglio per la pace.

Stiamo seguendo con attenzione il negoziato di queste ore sull'iniziativa diplomatica degli Stati Uniti, che è stata accolta con favore dall'autorità nazionale palestinese e da molti paesi arabi, e al di là della valutazione sui singoli aspetti di questo piano ovviamente auspichiamo che si giunga al più presto a un accordo per porre fine alle atrocità e ai crimini del governo israeliano a Gaza e in Cisgiordania. Ma serve chiarezza sul riconoscimento dello Stato di Palestina, serve il pieno coinvolgimento dei palestinesi nella fase di transizione e serve porre fine anche alle occupazioni illegali della Cisgiordania cui il piano di Trump non faceva cenno.

Chiediamo al Governo di sostenere questo sforzo in tutte le sedi internazionali, a partire proprio da questo negoziato che si è aperto intorno alla proposta di tregua avanzata dagli Stati Uniti, e di sostenere ogni iniziativa che miri a ottenere un cessate il fuoco immediato, la liberazione incondizionata degli ostaggi israeliani ancora nelle mani dei terroristi di Hamas, la protezione di tutta la popolazione civile e lo sblocco di tutti gli aiuti umanitari indispensabili alla popolazione palestinese martoriata.

Chiediamo il pieno afflusso di questi aiuti così come la fine di quell'occupazione illegale anche in Cisgiordania. Noi speriamo, voglio essere chiara, che questo accordo si faccia al più presto perché bisogna fermare i crimini di Netanyahu a Gaza e in Cisgiordania e dare sollievo immediato ai palestinesi. Ma per noi il percorso di pace è indivisibile dal riconoscimento dello Stato palestinese e noi chiediamo il pieno riconoscimento di uno Stato di Palestina, perché anche i palestinesi come gli israeliani hanno diritto a esistere e vivere in pace e in sicurezza in uno Stato che sia loro riconosciuto.

Come potete chiederci di votare una vostra risoluzione che ignora completamente questo punto o con una misera tattica parlamentare prova a dividerlo? Guardate, per noi le due cose stanno insieme. E rispetto alla presa in giro di questi giorni voglio anche sottolineare che lo Stato di Palestina o si riconosce o non si riconosce: non esiste il riconoscimento condizionato.

Riconoscere la Palestina vuol dire riconoscere l'ANP, non i terroristi di Hamas, a meno che Meloni non stia accusando il Regno Unito, la Francia e altri 150 paesi di volere legittimare Hamas. Non scherziamo.

E anche sulle sanzioni, Ministro Tajani, non prendete in giro gli italiani. Lei qui ha detto che siete favorevoli a quelle individuali perché sapete che su queste serve l'unanimità e sarà qualche altro governo a bloccarle. Bisogna che ci diciate come voterete su tutte le altre sanzioni proposte dalla Commissione Europea, su cui il vostro voto rischia di essere determinante per affossarle.

Il nostro Paese ha sempre avuto una tradizione molto importante, diplomatica, di ponte nel Mediterraneo e col Medio Oriente. Non potete piegare la politica estera di un grande Paese come l'Italia alle vostre amicizie politiche e ideologiche.

Giorgia Meloni anche oggi è andata all'estero ad attaccare le opposizioni e ad attaccare gli attivisti della flottiglia. A lei voglio dare un messaggio molto semplice: nelle pagine più buie della storia non resterà scritto ciò che non avete fatto pur avendone il potere, ma ciò che avete lasciato accadere.

Con quale ipocrisia venite qui a fare finti appelli all'unità mentre Meloni con la clava ci accusa di essere contro la pace? Dove si parla di pace noi ci siamo e ci siamo sempre stati. Voi, per parlare di pace, avete aspettato il permesso di Trump.

E adesso datevi da fare anche voi per ottenere quell'accordo di pace, voi che avete bloccato per mesi una posizione chiara dell'Europa, che non avete condannato con nettezza i suoi crimini e che, a differenza degli altri paesi, non avete ancora riconosciuto la Palestina.


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