Domani? Non potrei essere in nessun altro posto diverso dalla manifestazione nazionale di Roma per Gaza. Da quel terribile 7 ottobre, di cui non possiamo mai dimenticare l’orrore ne’ omettere la condanna, abbiamo assistito ad una sistematica azione di guerra del Governo di Israele contro una popolazione civile inerme, all’uccisione di decine di migliaia di persone, tra cui moltissimi bambini. Gaza è un cumulo di macerie. Abbiamo visto carovane infinite di persone che, seguendo gli ordini di evacuazione e sperando così di salvarsi la vita, raccoglievano le loro povere cose rimaste e spostarsi da sud a nord, da nord a sud… sempre inutilmente. Non c’era e non c’è più nessun posto sicuro a Gaza. Le bombe e i soldati israeliani non hanno risparmiato scuole, ospedali, campi appositamente allestiti per accogliere i profughi. E oggi si usa la fame come arma di guerra impedendo l’ingresso degli aiuti in quantità sufficiente e ostacolando in ogni modo l’azione delle Nazioni Unite e delle grandi organizzazioni umanitarie internazionali.
Si dirà che Hamas ha gravi responsabilità per questa situazione drammatica. Vero. Verissimo. Ma ciò non può giustificare in alcun modo i crimini di guerra di cui si è macchiato e si sta macchiando ogni giorno il Governo di Netanyahu. Il quale come è sempre più evidente non ha nessuna intenzione di trovare un accordo, non è interessato a liberare gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, non vuole in alcun modo abbandonare il territorio della Striscia di Gaza. Se poi allarghiamo leggermente lo sguardo a quanto accade in Cisgiordania (da anni!) con l’aumento degli insediamenti illegali e le violenze più che tollerate dei coloni capiamo che tutte le linee rosse sono state superate da tempo e che non si può più stare a guardare.
Che altro deve succedere perché l’Italia faccia la sua parte? Ci sono volute le parole nette e forti del Presidente Mattarella per rappresentare il sentimento di rabbia e di sdegno che la maggior parte degli italiani prova vedendo le immagini della devastazione e della fame a Gaza.
E’ imbarazzante che il Governo italiano non abbia mai espresso una netta condanna verso i crimini di guerra di Netanyahu e dei suoi ministri. È imbarazzante che si continui a dire “due popoli due Stati” senza crederci, senza fare nulla per far cambiare la situazione. E’ imbarazzante che l’Italia alle Nazioni Unite non abbia votato per il riconoscimento dello Stato di Palestina e a Bruxelles non abbia condiviso la decisione di sospendere l’Accordo di Associazione Israele-Ue. Ed è infine imbarazzante sentire il Ministro degli Esteri italiano dire che solo gli USA possono far smettere la mattanza in corso a Gaza.
Se siamo veramente amici di quel Paese dobbiamo stare dalla parte di quei milioni di Israeliani che manifestano per fermare la guerra e riportare a casa gli ostaggi. Soltanto sconfiggendo quella brutta destra che oggi è al potere Israele potrà salvarsi, tornare ad essere un faro di progresso in Medio Oriente e ottenere finalmente sicurezza e pace con i suoi vicini. L’Italia ha una grande tradizione diplomatica e una storia di solidarietà straordinaria verso i popoli palestinese e israeliano. Non possiamo accettare che oggi il nostro Paese sia silente e complice.
Ecco perché spero che domani saremo in tanti in piazza a Roma.