Si chiama sicurezza ma è un attacco all’espressione del dissenso e alla libertà. Il decreto fortissimamente voluto dalla Lega e sostenuto da una maggioranza che si preoccupa più della propaganda che di affrontare i problemi del Paese.
Stanno usando la paura per governare. A questa destra non interessa risolvere i problemi ma strumentalizzarli e questo decreto è un attacco frontale al dissenso, alla giustizia e alla libertà, uno scivolamento verso un modello di democrazia illiberale che tanto piace a queste destre. Segna un arretramento dello stato di diritto. In più mortificano il Parlamento e offendendo la democrazia: nessuna modifica al decreto è stata accolta, non era mai accaduto prima; un provvedimento cancellato e riscritto sotto forma di decreto per costringere il Parlamento a obbedire, una forzatura, con la ragione di fondo dell’incapacità della maggioranza a superare le divisioni interne. Hanno scelto scelto la via più facile, un espediente che tradisce un’impostazione autoritaria, illiberale, antidemocratica mirante a farsi sistema.
Stravolgono il Codice penale, introducono nuovi reati, trasformano una sanzione amministrativa in reclusione per chi blocca una strada per protestare contro licenziamenti, vogliono punire il dissenso non i reati.
Questo decreto sicurezza è la summa di tutti gli errori della destra al Governo: Cutro, Caivano, il fallimento dei centri in Albania, una risposta di pancia.
E poi l’orrore che è la cifra di questo provvedimento: i bambini in carcere, questa è barbarie, cresceranno nella reclusione, costruite un sistema per rinchiuderli, e non danno nessuna risorsa alle forze di polizia.