Ieri a Bruxelles, al Consiglio dei capi delle diplomazie dei Ventisette stati membri è saltata l'approvazione del testo sulla difesa delle minoranze religiose, perché mancava la menzione esplicita della condizione dei cristiani.
Il mancato accordo dei Governi europei sul testo in difesa delle minoranze religiose è un pessimo segnale politico e non poteva capitare in un momento peggiore. Proprio mentre dall'altra parte del Mediterraneo si accendono i fuochi delle rivolte contro regimi autoritari, sarebbe stato importante che dall'Europa venisse ribadito con chiarezza che le minoranze religiose hanno diritti che non possono essere calpestati. E se da un lato è difficile credere che la menzione della parola "cristiani" potesse rischiare di fomentare uno "scontro di civiltà", dall'altro bisogna anche dire che evidentemente è stato fatto un lavoro diplomatico preparatorio insufficiente da parte della Farnesina.
Colpisce anche il fatto che i Governi non abbiano raccolto l'indicazione dell'Europarlamento, che su questo tema già aveva votato con una maggioranza larghissima e trasversale. Questo episodio ci conferma tutta la problematicità dell'attuale assetto della rappresentanza e dell'esecutivo in Europa.