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Giorno del Ricordo, Lorenzin: La storia ci parla, impariamo ad ascoltarla

10 Febbraio 2023

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Nel giorno del ricordo sono tante le giuste commemorazioni, riflessioni sull’orrore delle foibe e l’esodo di centinaia di migliaia di famiglie italiane dall’Istria e la Dalmazia. Come sempre, per me il pensiero va a mia nonna Emilia che non c’è più. Lei che solo in vecchiaia mi aveva permesso di rivangare nei suoi ricordi, sempre tenuti nascosti, penso per volermi proteggere dall’orrore di quegli anni. Era facile capire come fosse stato impossibile superare la lacerazione della separazione, essere strappata dalla sua casa, dalla sua terra, dalle sue origini, dagli affetti.
Ricordo i suoi racconti degli ultimi anni a Pola sotto l’occupazione Titina, il terrore della delazione, la paura per mio padre. Penso alle mie estati a Medolino a trovare i cugini rimasti e la cara e meravigliosa zia Agnese, rimasta invece nella sua vecchia casa, ed è complicato spiegare il delicato filo tra famiglie separate per anni da frontiere invalicabili, le cose non dette, le paure taciute che una bambina intuiva, ma non capiva.
Quanto è stato difficile per i rimasti, guardati per anni con sospetto per il solo fatto di essere italiani, e quanto è stato doloroso per chi esule ha dovuto ricominciare da zero, dopo una guerra sanguinosa e lontano dalle proprie famiglie!
Questa è una parte della mia storia, uguale a tante altre, e oggi per me, che sono della seconda generazione, ricordare è importante soprattutto come monito. È bello oggi andare a Pola o Rovigno e incontrare i nipoti dei rimasti alla scuola italiana che ti dicono con orgoglio di sentirsi europei! Croati e italiani, consapevoli, in quelle terre martoriate, più di altri del miracolo di un’Europa unita e pacificata, senza steccati, muri e frontiere a dividere le famiglie.
Questa giornata, mentre la guerra d’occupazione Russa in Ucraina ancora persiste, acquista un significato ancora più attuale, pensando a chi è dovuto fuggire dalle case, a chi vive in territorio occupato, a chi è stato ucciso per il solo fatto di essere lì o di appartenere ad un confine diverso.


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