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Franceschini: da Napoli un messaggio di pace per l'Ucraina

16 Giugno 2022

Il ministro presenta la Conferenza sul Mediterraneo a Palazzo Reale con 30 suoi colleghi e 40 delegazioni: "L'Italia sosterrà la candidatura di Odessa per la lista del patrimonio dell'Umanità Unesco. Ricostruiremo il teatro di Mariupol" - da la Repubblica

Dario Franceschini giovedì e venerdì accoglierà a Napoli, a Palazzo Reale, la Conferenza dei ministri della Cultura del Mediterraneo a Napoli. E da Parigi, ieri, ha incassato un apprezzamento per l'esclusiva collaborazione tra il Museo di Capodimonte e il Louvre che porterà Napoli a Parigi nel 2023: "La notizia del partenariato tra il Louvre e il museo di Capodimonte per il 2023 - ha detto il ministro - riempie di orgoglio il mondo della cultura e l'Italia intera. La scelta compiuta qualche anno fa di riconoscere completa autonomia di gestione ai grandi musei italiani si dimostra, ancora una volta, vincente perché offre grandissime opportunità come quella che aprirà una vera stagione napoletana a Parigi".

Ministro Franceschini, perché ha scelto Napoli per il vertice dei ministri della Cultura del Mediterraneo?

"Con la sua storia millenaria e il suo incredibile patrimonio culturale, Napoli è la candidata naturale a ospitare un simile evento in Italia. La città ha legami antichi con tutte le civiltà fiorite nel bacino mediterraneo, testimoniati anche fisicamente nel suo tessuto urbano. Qui ci sono tracce visibili di quei potenti flussi di scambio lungo i quali hanno sempre viaggiato merci, uomini e idee contribuendo al reciproco arricchimento di tutti i popoli insediati sulle sponde del Mediterraneo. Napoli è un'autentica capitale culturale del Mediterraneo e con questo vertice non fa che rispondere alla propria intima natura".

Con quale spirito apre i lavori in un'Europa segnata dalla guerra in Ucraina?

"La cultura può e deve essere uno strumento di pace, non di divisione. La distruzione del patrimonio culturale ucraino va fermata così come quella che avviene in ogni teatro di guerra. È anche per questo motivo che l'Italia assiste le autorità ucraine nella tutela del patrimonio e sosterrà, offrendo la propria consulenza, la candidatura di Odessa per la lista del patrimonio dell'umanità dell'Unesco. In una fase della guerra in cui il destino di Mariupol era ancora molto incerto abbiamo voluto dare un segnale forte formulando la promessa di ricostruire il teatro di quella città, distrutto dai bombardamenti. Speriamo che all'esito del conflitto ciò sia possibile".

Quaranta delegazioni, governi, istituzioni europee, organizzazioni non governative sono chiamati a confrontarsi sul senso della cultura nel mondo di oggi.

"Mai come in quest' epoca storica la cultura è stata percepita come un elemento centrale della società. Ce ne siamo accorti nei due anni della pandemia, quando musei, cinema e teatri erano chiusi e le nostre città d'arte deserte. Ancora di più ce ne accorgiamo oggi con la guerra alle porte dell'Europa, la cultura diviene un fattore aggregante; offre risposte e saggezza. È per questo che è forte l'urgenza di un confronto come quello promosso dall'Italia a Napoli in questi giorni".

Il Mediterraneo oggi sembra aver smarrito la sua storia. Culla delle civiltà è teatro di grandi tensioni, pensiamo al Medio Oriente e al Maghreb. Quale strategia immagina per costruire una casa comune euro-mediterranea?

"Proprio perché è la culla di tante civiltà, luoghi e simboli del Mediterraneo sono condivisi da diverse culture. Attraverso il confronto e il dialogo, è possibile portare ciascuna di esse a superare i motivi di diffidenza. Le azioni che verranno messe in campo dall'iniziativa di Napoli punteranno a realizzare questo obiettivo condiviso".

L'Europa del Sud, e l'Italia in primis, hanno un patrimonio culturale straordinario: come si può mettere in dialogo il grande patrimonio culturale dei paesi medio-orientali e nord-africani con il resto dell'Europa? Cosa possono fare i musei, ad esempio?

"Se si potesse compiere un viaggio lungo le sponde del Mediterraneo ci si accorgerebbe che da Nord a Sud sopravvivono le vestigia della comune civiltà romano-ellenistica che nell'antichità fiorì su questo mare. Ciò si riflette nel patrimonio custodito nei musei di ogni paese mediterraneo, con significative collezioni presenti anche nei musei del nord Europa. Il modello del Museo Egizio di Torino, che tramite le opere custodite ha attivato un intelligente dialogo con le comunità egiziane presenti sul territorio, è un ottimo esempio da seguire che porterebbe significativi benefici in chiave di integrazione".

Innovazione e beni culturali: il Pnrr punta molto su questa strategia. L'Italia che ruolo può svolgere in questa direzione?

"L'Italia ha la possibilità di affermare anche in questo settore il proprio primato di superpotenza culturale. Il Pnrr mette infatti a disposizione una cifra consistente per la creazione di un patrimonio digitale della cultura con l'obiettivo di produrre entro la fine del 2025 almeno 65 milioni di nuovi contenuti digitali: libri e manoscritti, documenti e fotografie, opere d'arte e reperti storici e archeologici, monumenti e materiali audiovisivi. Un'infrastruttura nazionale, attraverso la Digital Library, raccoglierà poi questo patrimonio per renderlo disponibile per la fruizione pubblica attraverso piattaforme dedicate".

L'Europa ha consentito attraverso programmi come Erasmus - a migliaia e migliaia di giovani di studiare, formarsi e conoscere paesi diversi da quello di nascita. Si può immaginare un'iniziativa simile rivolta ai giovani dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo?

"La Scuola del Patrimonio del ministero della Cultura ha già in essere un programma simile, attraverso l'International School of Cultural Heritage. Ogni Paese della sponda settentrionale offre ai cittadini della sponda meridionale dei canali privilegiati di accesso alle proprie università. Ma tutto questo va senz' altro reso più omogeneo, sistematico e condiviso".

I libri sono straordinari strumenti di pace: come incentivare lo scambio di conoscenze tra i paesi e gli scrittori euro-mediterranei e promuovere scambi editoriali?

"Il sostegno alle traduzioni editoriali è senza dubbio uno strumento valido, ma ancora di più lo è favorire le partecipazioni nazionali alle grandi fiere dell'editoria quale è ad esempio il Salone del Libro di Torino".

Oltre al lavoro che gli Stati nazionali e le organizzazioni internazionali possono svolgere per un Mediterraneo di pace, cosa possono fare i cittadini?

"Voglio rispondere con le parole che Umberto Eco, poco prima di lasciarci, rivolse agli 83 ministri della Cultura riuniti all'Expo per sottoscrivere la Dichiarazione di Milano per la tutela del patrimonio culturale mondiale nelle aree di crisi. "La diffusione della cultura e della conoscenza reciproca dei patrimoni culturali - egli disse - può costituire uno degli elementi di salvezza per un mondo sempre più globalizzato. La cultura è fondamentale per la comprensione reciproca in un mondo in cui le diverse culture vivono in continuo contatto".


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