Si fa strada l'ipotesi di imporre restrizioni ai soli non vaccinati. La Costituzione consente l'adozione di misure che limitino la libertà di circolazione e la libertà di riunione, subordinandole alle esigenze di sanità nel primo caso e di sicurezza nel secondo.
Tuttavia c’è chi all'ipotesi di imporre restrizioni ai no vax, preferisce l'imposizione dell'obbligo vaccinale, consentita dalla Costituzione per il combinato disposto degli articoli 16 e 32 e che ha già importanti precedenti nel nostro Paese, dal vaccino contro la poliomielite a quello contro il tetano.
Al momento si è scelto di adottare altre tecniche di persuasione per spingere alla vaccinazione, ed è un problema che non tocca il profilo strettamente giuridico. Certo, le misure che limitano la libertà di circolazione e di riunione devono avere un carattere generale, perché se incidono direttamente e specificamente sulla libertà personale di un individuo non basta la legge, ma serve un provvedimento dell'autorità giudiziaria che riguardi quella specifica situazione. Il modo in cui tecnicamente verrà disciplinato un ulteriore uso del green pass non rientra in una valutazione costituzionale della legge, purché le limitazioni che dovessero essere imposte siano riconducibili alle norme della Costituzione che limitano la libertà di circolazione.
La Costituzione, all’art. 32, dice che si possono apportare dei limiti alla circolazione delle persone - in base a una legge che sia giustificata da motivi ragionevoli e proporzionati - per ragioni di sanità.
L'articolo 32 tutela non solo il diritto alla salute del singolo individuo, ma anche degli altri e dell'interesse di tutti alla salute. Quindi non si può rifiutare il consenso quando la somministrazione del vaccino sia resa necessaria da condizioni sia di interesse generale sia di rispetto della salute degli altri.
Anche il nostro Paese potrebbe decidere di applicare dei divieti esclusivamente ai non vaccinati. Al momento le regioni italiane sono in zona bianca, ma in alcune l'aumento dei contagi, unito a quello dei pazienti ricoverati sia nei reparti ordinari che in quelli di terapia intensiva, potrebbe tramutarsi in un passaggio in zona gialla o arancione. Le norme per i non vaccinati potrebbero agire sulla vita sociale: divieto di andare al ristorante, al cinema, a teatro, negli stadi, in discoteca, o in palestra.
Il premier Draghi per ora si è mostrato cauto rispetto alla possibilità di restringere le maglie a chi non è immunizzato, ma pare che anche lui si starebbe convincendo che sia l’unica strada percorribile per non vanificare gli sforzi fatti fino a qui, soprattutto con una campagna vaccinale tra le più efficaci al mondo.
Una rimodulazione del green pass dovrebbe riguarda quasi sicuramente anche la durata della certificazione verde che potrebbe passare da 12 a 9 mesi.
* Avvocato – Foro di Catanzaro