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Giustizia, Mirabelli: la Riforma del Processo Civile guarda ai cittadini e alle imprese

21 Settembre 2021

Dichiarazione di voto del Sen Mirabelli sulla riforma del processo civile


"La riforma del processo civile che approviamo è fondamentale per

il Paese perché guarda agli interessi dei cittadini e delle aziende e crea le
condizioni per evitare che l'incertezza dei tempi penalizzi l'economia e
disincentivi gli investimenti. Dopo anni in cui la giustizia è stata solo un
argomento di scontro politico e propaganda, oggi e domani approveremo due riforme
importanti, a dimostrazione che le riforme, anche sulla giustizia, si possono
fare se c'è la volontà e ci si assume la responsabilità di fronte al Paese. Non
servono i referendum, serve guardare avanti e non indietro, senza scorciatoie e
senza semplificazioni. Sulla strada delle riforme il governo deve sapere che il
Pd c'è sempre". Lo ha detto in Aula il senatore Franco MIRABELLI, vicepresidente
del gruppo del Pd e capogruppo dem nella Commissione Giustizia.
"Non facciamo queste riforme solo perché le ha poste l'Ue come condizione per gli
investimenti del Pnrr - ha proseguito MIRABELLI - ma perché in Italia ci sono 3
milioni di cause civili arretrate, di cui soffrono cittadini e imprese.
Assumeremo 23 mila giovani, di cui 16500 impegnati nell'ufficio del processo, e
investito 140 milioni per la digitalizzazione. Investimenti per obiettivi chiari:
ridurre l'arretrato, dare tempi certi alle fasi processuali, diffondere buone
pratiche e ridurre il divario insopportabile tra le diverse realtà del Paese, per
superare le differenze di competitività territoriali creando equilibrio tra
l'esigenza di accelerare i tempi e quella di non rinunciare a garantire i
diritti alle parti, per procedimenti giusti. La riforma tenta di ridurre il
ricorso ai processi, con la mediazione, l'arbitrato, la negoziazione assistita".


Il testo dell'intervento

Signor Presidente, onorevoli colleghi, signora Ministra, votiamo oggi un provvedimento importante, molto importante, che finalmente, concretamente affronta un problema enorme non della politica ma dei cittadini italiani e di tutto il Paese e lo fa, io credo, in modo giusto, corretto e convincente.
La riforma del processo civile è fondamentale per il nostro Paese e oggi non solo approviamo una riforma, ma abbiamo creato le condizioni per fare una buona riforma e farla funzionare. Il punto è che la riforma del processo civile e la riforma del processo penale e tributario è condizione posta dall'Europa per l'accesso ai finanziamenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma non è solo questo e neanche soprattutto questo il motivo e la ragione per cui ci siamo impegnati e oggi mettiamo in campo una riforma del processo civile.
In questo Paese ci sono tre milioni di processi e cause civili arretrate. Questo è un tema che i cittadini soffrono. Soffrono per le lungaggini e per le incertezze. Le nostre imprese soffrono e soffrono anche le possibilità per il nostro Paese di attrarre investimenti dall'estero.
Oggi, però, il Piano nazionale di ripresa e resilienza ci consente di investire davvero nell'organizzazione della giustizia, ci aiuta a creare le condizioni per mettere in campo una riforma che possa funzionare.
Voglio ricordarlo: abbiamo assunto e assumeremo, grazie al PNRR, 23.000 giovani, 16.500 dei quali saranno impegnati nell'ufficio del processo. Investiamo 140 milioni per la digitalizzazione e mettiamo così a regime un'esperienza positiva che i lunghi e difficili mesi del Covid ci hanno consentito di sperimentare.
Quindi la riforma può contare su investimenti e obiettivi chiari: ridurre l'arretrato, dare tempi certi alle fasi processuali, diffondere le buone pratiche e ridurre in questo modo il divario insopportabile che c'è tra le diverse realtà del Paese, che segnano anche le differenze territoriali, le differenze di competitività territoriale delle diverse parti del nostro Paese. Lo fa, ve lo voglio dire, creando un equilibrio tra l'esigenza di accelerare, per i cittadini e nell'interesse dei cittadini, i processi, non rinunciando, dall'altra parte, a garantire i diritti alle parti, per avere procedimenti giusti.
Per noi, signora Ministra, è centrale, e so che lo è anche per lei, l'ufficio del processo. Abbiamo molto insistito per valorizzare questo strumento sul quale è stato approvato un nostro importante emendamento. L'ufficio del processo, dentro la nuova organizzazione, può essere davvero una risorsa fondamentale che può affiancare i magistrati e consentire loro di concentrarsi sulle sentenze, avendo la forza e il personale per svolgere le altre mansioni.
Abbiamo messo in campo in questo modo tanti strumenti, investimenti e strumenti efficaci. Con questa norma abbiamo fatto un'altra operazione, cercando di ridurre il ricorso ai processi e alle aule processuali. È giusta l'incentivazione della mediazione; altresì giusta l'incentivazione dell'arbitrato e della negoziazione assistita. Noi pensiamo che questa scelta sia importante e qualificante. Credo però, Ministra, che ci siano due problemi: non ci dobbiamo fermare qui, si può fare di più, incentivare di più, dobbiamo lavorare perché mediazione, arbitrato e negoziazione assistita siano sempre più lo strumento prioritario per non arrivare ai processi. Per far questo è però necessario intervenire sull'accessibilità e quindi sui costi; non possono essere istituti dedicati o destinati solo a chi ha le condizioni economiche per permetterseli. Dobbiamo fare in modo che siano accessibili a tutti.
Voglio sottolineare le altre proposte che riteniamo qualificanti del lavoro svolto dal Partito Democratico in queste settimane. Abbiamo migliorato la normativa sulle aste giudiziarie tutelando di più e meglio chi subisce la vendita del proprio appartamento, ma soprattutto credo che sia qualificante sul terreno della legalità, guardando i recenti fatti che testimoniano come la criminalità organizzata utilizzi le aste giudiziarie per riciclare i propri denari, la scelta di istituire una banca dati per raccogliere l'anagrafe e i conti correnti di chi partecipa alle aste, per verificare e dare alle procure - ovviamente solo ad esse - la possibilità di verificare le anomalie. Credo che si tratti di una misura importante.
Come ha ricordato la senatrice Valente, non c'è solo il Tribunale della famiglia perché con questa legge abbiamo migliorato anche le norme nei processi di mediazione a tutela dei minori e delle donne che subiscono violenza.
Ministra, colleghi, per noi è una riforma importante, fondamentale per il Paese, che guarda all'interesse dei cittadini e delle aziende, può consentirci di superare una condizione che, di fronte all'incertezza dei tempi, penalizza l'economia e disincentiva gli investimenti.
Ringrazio davvero la Ministra per il lavoro e la determinazione per la scelta di intervenire con questo provvedimento sul disegno di legge presentato dallo scorso Governo, migliorandolo, mettendo al lavoro tanti esperti e ottenendo un risultato che ritengo molto importante.
Dopo anni in cui la giustizia è stata solo un argomento di scontro politico e di propaganda, oggi e domani mettiamo in campo due riforme decisive, con un ampio consenso. In questi due giorni dimostreremo che le riforme, anche quelle sulla giustizia, si possono fare se c'è la volontà e l'assunzione di responsabilità da parte di tutti di fronte al Paese.
Non servono referendum, serve guardare avanti e non indietro, servono riforme che migliorino concretamente le cose senza scorciatoie e semplificazioni.
Voteremo a favore del disegno di legge.
Ministra, non abbia dubbi. Il Governo non deve avere dubbi: sulla strada delle riforme nell'interesse dei cittadini il Partito Democratico c'è e lo incontrerete sempre.

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