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Disabili: fondamentale garantire una vita indipendente - di Nicola Corea

20 Settembre 2021


 

Il 3 dicembre, sin dal 1981, l’Assemblea generale dell’ONU ha istituito la Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità per promuovere l’inclusione delle persone disabili e combattere ogni forma di discriminazione.

Il 3 marzo 2009 è stato firmato il primo importante atto internazionale per la tutela delle persone disabili. La Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall’Italia, mira a costruire una società inclusiva, e affida alla politica e alla legislazione nazionale il compito di garantire ai disabili il godimento dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Obiettivo della Convenzione Onu è quello di impegnare gli Stati ad attuare l’inclusione dei disabili nella vita sociale odierna, rimuovendo le barriere che fanno da ostacolo.

E’ il momento di mettere al centro delle politiche sociali anche il diritto fondamentale alla vita indipendente esteso a tutti i disabili, compresi quelli considerati gravissimi, come sancito dall’articolo 19 della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità.

A tutte le persone con disabilità, anche a quelle che vengono definite gravi o gravissime, deve essere riconosciuto il diritto di scegliere dove vivere, con chi vivere e a partecipare alla vita sociale delle nostre comunità con la stessa libertà di scelta di tutti i cittadini. Anche se la scarsa occupazione lavorativa, allontana il raggiungimento dell’obiettivo di garantire ai disabili una vita indipendente.

E’ fondamentale sostenere efficacemente le pari opportunità e garantire l’assistenza personale predisponendo un vasto monitoraggio sui servizi che i soggetti disabili hanno bisogno nelle varie fasi della loro esistenza.

Già oggi sono presenti politiche che possono permettere ad alcune persone disabili di realizzare progetti di vita indipendente, ma un diritto o è per tutti o non è definibile come tale.

Le risorse sono messe a disposizione a livello statale o regionale, tuttavia, va detto, per completezza, che i progetti di vita indipendente rappresentano solo una piccola parte di tutto un sistema di servizi destinato ai disabili.

L’obiettivo della vita indipendente in Italia è in ritardo di decenni rispetto ad altri Paesi. La legge 162/98 ne introduce la possibilità, ma rimane largamente disattesa a livello regionale.

C’è ancora molto da fare. Infatti, la qualità della vita di queste persone è strettamente legata alla rete di relazioni per lo più familiari, ma quando muoiono i genitori o i parenti, esse si trovano scaraventate in un abisso di solitudine. La legge sul “dopo di noi” (Legge n. 112/2016), che prevede strumenti giuridici ed economici per pianificare il futuro delle persone disabili dopo la morte dei genitori, avrebbe dovuto affrontare il problema; ma secondo le stime dell’ISTAT su 127 mila potenziali beneficiari della legge, solo 6 mila persone ne hanno effettivamente usufruito.

Col Decreto Rilancio si è ulteriormente aumentato di 20 milioni di Euro il fondo destinato all’attuazione della legge.


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