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Riaperture: meglio procedere gradualmente - di Nicola Corea

15 Aprile 2021


Nei prossimi giorni il Governo comincerà a programmare alcune aperture, sulla base dei dati scientifici e dell’andamento dei contagi, per consentire al Paese di ripartire gradualmente.

Si sta lavorando su protocolli meno rigidi per le aperture, che tengano conto anche della sostenibilità di alcuni settori completamente piegati dalla pandemia, come le attività di ristorazione e il turismo.

Le chiusure sono ormai insostenibili dal punto di vista economico e le imprese, soprattutto in alcune regioni, non possono più aspettare.

L'ipotesi di ripristinare appena possibile la zona gialla, se non addirittura quella bianca, fa sperare in un allentamento delle misure con gli esperti che chiedono, però, di mantenere alta la guardia e di muoversi secondo i dati scientifici.

Allentare le misure all'aperto è possibile dal momento che, studi scientifici effettuati in Cina, in Irlanda e in varie altre parti del mondo dimostrano che il contagio da Sars-CoV-2 avviene in luoghi chiusi. All'aperto il rischio è così basso da poter essere considerato irrilevante.

Questi dati suggeriscono di allentare le misure all'aperto, ora che la bella stagione lo permette. Dunque è possibile consentire ai ristoranti di servire all'aperto, con tavoli ben distanziati.

Con misure di sicurezza idonee, si può procedere con le riaperture pur bilanciando la necessaria cautela con il bisogno di reagire alla paralisi pandemica. Purtroppo ancora registriamo decessi per Covid. Sono numeri terribili, accanto ai quali dovremmo però tenerne presenti anche altri: i posti di lavoro persi, i danni culturali e quelli psicologici.

Conosciamo l’importanza della distanza di sicurezza, delle mascherine e poi abbiamo a disposizione strumenti di diagnostica rapida e i vaccini. Quindi possiamo usare queste armi per ricominciare a vivere.

Bisogna tener conto che il lockdown adottato è adeguato solo per la mitigazione della corsa del virus. Quindi nel momento in cui riapriamo, è possibile che ci sia una risalita se non realizziamo velocemente la campagna vaccinale. Questa chiusura è servita, ma bisogna essere consapevoli che c'è un'enorme quota di soggetti in Italia ancora vulnerabili. Ora siamo a quota 14 milioni di soggetti vaccinati, poi ci sono i guariti che sono ancora protetti dagli anticorpi, ma abbiamo 40 milioni di soggetti vulnerabili al virus.

Presumibilmente maggio sarà un mese di riaperture. La decisione sarà presa probabilmente la prossima settimana dal Consiglio dei ministri, tuttavia, se riapriamo senza la capacità di riprendere il tracciamento e di velocizzare le vaccinazioni ci sarà un prezzo da pagare. Meglio stare in guardia e procedere con prudenza.


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