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Con Draghi premier l`Italia ha scelto l`Europa. Inizia una nuova fase - intervista al Presidente del Pe David Sassoli del Corriere della Sera

19 Febbraio 2021




L’Europa che verrà – intervista a David Sassoli delle Conquiste del Lavoro

di Paolo Valentino



Non avevo I dubbi sulla 
soluzione della crisi - dice in questa intervista al Corriere il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli - Avevo avvertito tutti gli interlocutori a Bruxelles che si sarebbe risolta con una chiara impostazione europeista. L`Italia è una compagna di viaggio imprescindibile, il governo Conte è stato protagonista nel portare a casa e impostare il Recovery fund e il governo Draghi si è assunto il compito di arricchire il piano di ripresa nazionale, produrre le riforme indispensabili e indicare gli investimenti necessari per attuarlo. Con formule diverse, vi è continuità nel riferimento all`Europa e la stabilità dell`Italia è un bene prezioso per tutti».


Presidente 
Sassoli, quindi non c`è alcuna discontinuità col governo Conte?

«Dal punto di vista dell`Europa l`Italia conferma e prosegue la scelta europeista. E lo fa con l`autorevolezza del presidente Draghi. E bene che il nuovo governo sia arrivato, perché l`Italia non poteva permettersi di aggiungere un lockdown politico a quello sanitario. C`era bisogno di fermarsi, consentire ai partiti di avviare una seria riflessione su se stessi e nello stesso tempo garantire al Paese di affrontare la sfida più difficile della sua storia recente. Si continua a morire e a soffrire. Non avevamo bisogno della crisi del governo Conte, ma per com`è stata risolta dobbiamo essere grati al presidente Mattarella. Questo governo prende su di sé un carico enorme e consentirà di arrivare alla fine della legislatura con una ripresa di autorevolezza del sistema politico e con un rinnovamento dei partiti. Se oggi parliamo di tregua è per riprendere slancio. E chiaro che le formule di governo e gli schieramenti politici torneranno a essere fondamentali nel medio e lungo termine. E questo è il tempo giusto per ricollegare le forze politiche ai sentimenti popolari, non certo pulisti della società italiana. E un tempo che va vissuto con la passione dei costruttori».


Qual è il cambio di passo che comporta l`arrivo di Mario Draghi?

«Direi che non siamo alla morte della politica ma a un cambio di fase. Nessuno deve rinunciare ai propri valori, se il nuovo governo porterà il sistema politico a un riconoscimento pieno dell`importanza della cornice europea, ciò significherà aver fatto un buon lavoro. L`europeismo è il riconoscimento di un ordine legittimo accettato da tutti nella consapevolezza che le soluzioni si trovano all`interno di questo sistema, non cercando di rovesciarlo come vorrebbero i nazionalisti. E tutte le sfide davanti ai nostri Paesi possono trovare soluzioni con un`Europa più forte».


Quali sono le cose più urgenti e necessarie che il nuovo governo deve fare rispetto al piano italiano per il Recovery fund?

«Al presidente del Consiglio ha indicato le riforme e la necessità di investimenti strategici. Occorre fare in fretta. I piani devono essere presentati ad aprile e serve che i Parlamenti nazionali si sbrighino a ratificare l`aumento delle risorse proprie necessarie a garantire l`emissione dei bond per finanziare il Next generation EU. Finora lo hanno fatto solo 8 parlamenti su 27, l`Italia è in dirittura d`arrivo. Abbiamo lanciato un appello in questo senso la scorsa settimana insieme alla presidente von der Leyen e al premier portoghese Costa. Credo che questo lavoro debba proseguire in parallelo alla grande sfida della vaccinazione, che Draghi ha indicato come priorità assoluta».


Come giudica la conversione europeista della Lega?

«11 ministro degli Esteri che rappresentò la corona britannica al Congresso di Vienna, Robert Castlereagh, diceva; "Siamo sempre lieti di vedere sradicati i germi del male". Si può comprendere un certo grado di diffidenza, da parte dell`opinione pubblica, rispetto alla repentinità delle scelte e alla mancanza di dibattito per spiegarne le ragioni. In questo momento compito delle classi dirigenti è far capire la complessità di una politica. La sfida non è sugli assetti ma sui risultati. Penso che il ritmo del nuovo governo farà chiarezza anche su questo».


L`altro tema di questa nuova fase è la collocazione dei Cinque Stelle.

«Bisogna riconoscere a Beppe Grillo di aver portato il movimento ad assumersi responsabilità verso il Paese, proponendosi con senso della misura e delle compatibilità. Non era scontato. Tutto questo ha un riflesso anche a Bruxelles naturalmente: dopo aver votato la presidente von der Leyen, il bilancio pluriennale dell`Ue e ora Mario

Draghi, i Cinque Stelle hanno fatto una chiara scelta europeista. Credo che un confronto con loro sia utile per aumentare la forza della posizione progressista italiana di fronte alle sfide che ci attendono».


L`arrivo di Mario Draghi a Palazzo Chigi può dare un nuovo ruolo all`Italia negli equilibri europei?

«Le sue battaglie alla guida della Bce sono l`esempio di una leadership che rifugge l`immobilismo per alzare lo sguardo verso soluzioni utili e ragionevoli. Non esiste progresso senza innovazione e quello sguardo servirà sia all`Italia che all`Europa».


Per fare cosa? Quali sono i banchi di prova?

«Dobbiamo cominciare a discutere subito del Patto di Stabilità e Crescita: possiamo permetterci che torni quello di prima alla fine di quest`anno con il Recovery appena partito? Potrebbe uccidere la ripresa. I dati della Commissione ci dicono che anche nel 2022 non torneremo alle condizioni pre-Covid. È una decisione che va presa rapidamente perché presto i governi dovranno presentare i loro bilanci per l`anno prossimo. Un altro tema è quello delle procedure per deficit eccessivo: dobbiamo evitarle. Al momento ben 25 Paesi rischiano di essere soggetti a procedure e in caso di mancato rispetto delle raccomandazioni della Commissione, entro sei mesi potrebbero arrivare sanzioni pesanti. Possiamo consentirlo? No, aggiungeremmo tragedia alla crisi. Ecco perché sono certo che lo sguardo di Draghi sarà utile all`Unione per fare le scelte giuste».


Mario Draghi ha fatto riferimento alla necessità che 
l`Italia rafforzi e strutturi l`alleanza con Francia e Germania.

«Mi sembra un punto importante, auspicato anche da
Parigi e Berlino. Non si tratta di escludere nessuno, ma di assumere direzioni di marcia determinate. Il rafforzamento dell`Unione deve vedere l`Italia molto coinvolta e in prima fila».


Inviterà Mario Draghi al Parlamento europeo?
«Il Parlamento è anche la 
casa degli italiani. Spero di incontrarlo al più presto. Comunque da noi il presidente del Consiglio è già di casa».





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