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Governo, Zanda: con un voto di scarto governare è solo un'illusione - intervista de la Repubblica

17 Gennaio 2021

“Suggerirei a Conte di lasciar perdere l`idea di farsi un suo partito personale”




di Giovanna Vitale

«Cossiga mi diceva sempre: “Se mi esponi un problema senza offrirmi una soluzione è inutile che tu me lo venga a raccontare”. Renzi non è un editorialista né un analista politico, non doveva limitarsi a dire ciò che nel governo non va: fino a ieri era il capo di una forza di maggioranza, doveva faticare e sudare per trovare delle buone soluzioni ai problemi e non usare i problemi per sfasciare tutto». Luigi Zanda, segretario-portavoce dell`allora ministro dell`Interno negli anni bui del sequestro Moro, svela un aneddoto della prima Repubblica – che nei protagonisti di oggi sembra tornata alla grande – per denunciare «il disastro» prodotto da Iv. E lanciare, anche, un avvertimento al premier. In linea coi dubbi del Pd.

Ora Renzi sembra averlo capito, sicuro che con lv non si possa ricucire per evitare guai peggiori: la nascita di un esecutivo precario nei numeri e negli ancoraggi politici?

«Nuovi governi con Renzi sono impossibili, in questo momento gli italiani hanno un immenso bisogno di chiarezza. Che riguarda sia il rapporto con i responsabili, sia quello con Iv, ma anche il modo con cui al termine della crisi il governo si presenterà al Paese. Nel tessuto produttivo e nel mondo del lavoro covano enormi paure sul futuro, timori che serpeggiano anche in Europa e sui mercati. Ci sono potenze politiche e finanziarie che pensano di poter approfittare di questo passaggio per comprarsi l`Italia e colonizzare le nostre aziende. Bisogna fare molta attenzione: superare la crisi è soltanto il tassello di una vicenda molto più grande. Dopo la fiducia, resteranno problemi giganteschi da risolvere, come ha detto il segretario del Pd  Zingaretti».

Lei crede al salvataggio del Conte 2 per mano dei responsabili?

«Non è bello, ma non è la prima volta che in Parlamento si formano e si disfano maggioranze fondate sulla libertà di mandato di singoli deputati e senatori, l`importante è che alla fine se ne raggiunga una forte e stabile. Ma oggi dobbiamo essere molto preoccupati».

Come può essere forte e stabile una maggioranza che si regge su un gruppo di   transfughi da vari partiti?

«I responsabili sono una conseguenza della disgregazione del sistema
politico. E rafforzano in me l`opinione che all`Italia servano grandi partiti e non piccoli partiti personali».

Ce l`ha col premier che pensa di utilizzare i “costruttori” come ossatura del suo futuro partito?

«Suggerirei a Conte di lasciar perdere l`idea di farsi un suo partito personale. Anche perché, tra l`altro, a tutti quelli che ci hanno provato è andata sempre male».

Si riferisce a Monti, un premier tecnico poi fondatore di Scelta civica, formazione già estinta?

«Non solo a lui. Penso anche a Dini con Rinnovamento italiano, a Bersani con Leu e a Renzi con Iv».

Ma, precedenti a parte, perché sconsiglierebbe Conte?

«L`Italia oggi ha bisogno di un presidente del Consiglio che si occupi esclusivamente di governare il Paese e non abbia la mente ingombrata da un progetto personale. Conte deve cogliere l`occasione di questa crisi per riempire di contenuti politici il suo ruolo e dire senza più vaghezze né ambiguità qual è l`Italia che ha in testa. Cosa pensa di fare su giovani, imprese, ricerca e famiglia; su Biden, sulla Cina, sulla Russia…».

Finora non l`ha fatto?
«No.  E c`è bisogno di conoscere il suo pensiero sul futuro del Paese».

Se la fiducia passasse senza però raggiungere quota 161 al Senato, ovvero la maggioranza assoluta, il premier dovrebbe salire al Quirinale?

«Valuterà lui, ma certo sarebbe un pessimo risultato. In Parlamento ci sono vari passaggi in cui la maggioranza assoluta è necessaria, a partire dai lavori nelle Commissioni. E comunque vale sempre la vecchia osservazione di Berlinguer dopo il golpe cileno: sarebbe del tutto illusorio pensare di poter governare con un solo voto di scarto».

E se invece non ottenesse la fiducia? Potrebbe ricevere un reincarico o sarebbe bruciato?

«Non accadrà, ma senza fiducia si deve dimettere: è la Costituzione a dirlo. Per il resto, spetterà al Capo dello Stato valutare il da farsi, anche se riaffidare il mandato a un premier senza maggioranza certificata in Parlamento mi sembra complicato».

Quindi si tornerebbe al voto?

«Io spero di no, non subito almeno: nel pieno della pandemia e alla vigilia della presentazione del Recovery sarebbe una sciagura».


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