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NextGenerationEU: per l’Italia e l’Europa delle prossime generazioni - di Chiara Braga

17 Settembre 2020



“Questo è il momento per l’Europa” ha affermato con forza ieri la Presidente Ursula von der Leyen nel suo Discorso sullo stato dell’Unione, di fronte al Parlamento europeo, delineando i piani della Commissione per i prossimi dodici mesi. Non sarebbe stato possibile usare quelle parole senza il contributo determinante che l’Italia ha messo in campo in questi mesi, con l’azione del nostro Governo e dei nostri rappresentanti in Europa, per affrontare la crisi epidemica e costruire una nuova stagione di crescita sostenibile, equa e competitiva. Un risultato inimmaginabile soltanto un anno fa, quando anche in Italia sembravano inarrestabili le spinte sovraniste e antieuropeiste.

Il programma NextGenerationEU è la cifra di un cambiamento radicale dell’Unione, che ha saputo superare la paura e la divisione tra gli Stati membri per reagire su basi nuove e solidali alla più grande prova della nostra storia. Dobbiamo essere consapevoli della portata della sfida - enorme e dal risultato tutt’altro che scontato - ma anche della chiarezza degli obiettivi e della potenza degli strumenti messi in campo. Ne sono testimonianza gli impegni annunciati dalla Presidente della Commissione rispetto alla grande sfida dei cambiamenti climatici, sempre più connessa alla qualità e alla sicurezza della vita dei cittadini europei. La Commissione europea incrementerà l'obiettivo di riduzione delle emissioni per il 2030 dal 40 % ad almeno il 55 %, per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e per rispettare gli obblighi derivanti dall'accordo di Parigi; ciò significherà adeguare tutta la normativa dell'UE in materia di clima ed energia e accompagnare il processo di transizione per sostenere i territori e i settori più coinvolti con lo strumento del Just Transition Fund. Il 37 % dei finanziamenti del NextGenerationEU sarà investito negli obiettivi del Green Deal europeo (compresi i “progetti faro” europei: idrogeno, edilizia ecocompatibile, mobilità elettrica) mentre il 30 % dei 750 miliardi di euro dei fondi del Programma deriverà da obbligazioni verdi. Cito questi impegni non solo per la loro strategicità ma anche perché danno il senso della visione che sta alla base del NextGenerationEU: non si tratta solo di “riparare e recuperare” per il qui e ora, ma di plasmare un modo migliore di vivere per il mondo di domani.

Questa deve rappresentare anche l’ambizione per il nostro Paese, primo beneficiario del Programma con 209 miliardi di euro di risorse assegnate, nella costruzione del Piano nazionale per la ripresa e resilienza di cui il Governo ha presentato ieri ufficialmente le Linee guida. Grazie al lavoro coordinato dal Ministro Amendola sono stati definiti gli obiettivi strategici di lungo termine, le aree di intervento e le azioni del Piano che l’Italia dovrà presentare alla Commissione europea nei prossimi mesi, una volta completato l’iter di approvazione dei regolamenti attuativi del Recovery Plan europeo. L’opportunità data dal PNRR ci mette di fronte ad una responsabilità che non possiamo fallire; non si tratta soltanto di affrontare i problemi generati dall’emergenza sanitaria ma di aggredire debolezze e ritardi strutturali con i quali facciamo i conti da molti anni. Non quindi un’azione di “restaurazione” per ripartire da dove eravamo, ma una radicale modernizzazione del nostro sistema economico e sociale. Digitalizzazione, innovazione e competitività del sistema produttivo; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per la mobilità; istruzione, formazione, ricerca e cultura; equità sociale, di genere e territoriale; salute sono le missioni da perseguire per affrontare le sfide identificate dal Piano e non disperdere inutilmente le risorse. Per la loro declinazione saranno centrali le politiche di supporto, attraverso la realizzazione di riforme decisive per garantire l’impatto delle misure adottate: riforma della pubblica amministrazione, della giustizia, del fisco e del lavoro. Il Partito Democratico ha già predisposto un primo contributo per l’elaborazione del Piano che vogliamo ora discutere e condividere con le forze economiche e sociali, le istituzioni del mondo culturale e della ricerca, il sistema delle autonomie locali per metterlo a disposizione nelle prossime settimane al Parlamento e al Governo.

Di fronte alla grande occasione di costruire l’Italia e l’Europa delle prossime generazioni può forse essere utile provare a mettere a fuoco alcuni elementi di questo passaggio. Costruire una nuova fase di crescita che sia equa e sostenibile significa riorientare tutte le nostre scelte economiche, da quelle industriali, energetiche, di consumo, coniugando la sfida ambientale con quella sociale, per evitare che i costi della transizione pesino sulle fasce più fragili e che il rilancio passi da politiche dannose per l’ambiente. Approfittare della opportunità inedita per il nostro Paese di costruire riforme della pubblica amministrazione che non siano dettate solo dall’esigenza di tagliarne i costi: per questo insistiamo molto sulla necessità di immettere nella macchina pubblica nuove competenze e energie con un piano di assunzioni di ragazzi e ragazze in grado di realizzare il cambiamento necessario per utilizzare al meglio le risorse che ci vengono dall’Europa. Dobbiamo imparare dall’emergenza sanitaria che abbiamo vissuto e che ci ha cambiato profondamente: per questo è importante concentrarci non solo sulla “ripresa” ma anche sull’altro pilastro che regge il NextGenerationEU, la “resilienza”, la capacità cioè di attrezzarci su basi più solide (basti pensare all’esigenza di rendere più forte e omogeneo nel Paese il nostro sistema sanitario pubblico, anche con le risorse del Mes) per far fronte ad altre future emergenze di carattere economico, sanitario, ambientale che potrebbero verificarsi.


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