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Morte Bassoli: Mirabelli, Donna di parte, ma donna delle istituzioni

07 Luglio 2020



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“Fiorenza è stata una donna di parte, una donna di sinistra, un'antifascista, che nella sua vita politica ha fatto della concretezza e del riformismo il suo riferimento. Ma Fiorenza è stata soprattutto donna delle istituzioni, convinta che compito di un rappresentante dei cittadini dovesse essere sempre quello di guardare all'interesse generale e alla salvaguardia delle istituzioni e della democrazia. È stato così quando è stata vice presidente del consiglio regionale lombardo, quando è stata sindaca di Sesto San Giovanni, è stato così da senatrice che si è occupata di sanità, la sua passione. Fino all'ultimo, fino a pochi giorni fa, ci ha scritto che era preoccupata e sconvolta da quello che il Covid-19 ha fatto in Lombardia. Ci teneva a dire la sua su cosa si era sbagliato, sulle responsabilità. Mando a Fiorenza un grande abbraccio, anche a nome del gruppo del Pd”. Così il senatore lombardo Franco Mirabelli, vice presidente del gruppo del Pd, nel suo intervento in Aula al Senato per la commemorazione di Fiorenza Bassoli.

Intervento in Senato del Sen. Franco Mirabelli, Vicepresidente dei senatori PD, in ricordo di Fiorenza Bassoli

“È un dolore ma è soprattutto un dovere dare un ultimo saluto a Fiorenza Bassoli in quest’Aula, dove Fiorenza ha lavorato per due legislature; dai banchi di quello che è stato sempre il suo gruppo e il suo partito. 
Fiorenza è stata una donna di parte, una donna di sinistra, un’antifascista, che ha fatto della concretezza e del riformismo il proprio riferimento nella sua vita politica. In nome di questi principi si è sempre battuta nella società e anche nel suo partito ed è bello che l’abbia voluto ricordare ieri il Presidente emerito Giorgio Napolitano in un telegramma.
Fiorenza è stata soprattutto donna delle istituzioni, convinta che il compito di un rappresentante dei cittadini dovesse essere sempre quello di guardare all’interesse generale e alla salvaguardia delle istituzioni e della democrazia.
Con questo spirito ha saputo rappresentare con autorevolezza e equilibrio il Consiglio Regionale lombardo da Vicepresidente per un’intera legislatura.
Ma i grandi amori di Fiorenza, per cui non la dimenticheremo, sono quelli su cui ha lasciato il segno, da donna intelligente, attenta, capace di avere spesso quella marcia in più che tante donne sanno di avere.
Prima di tutto il grande amore per la sua città, Sesto San Giovanni, la città operaia, medaglia d’oro della Resistenza.
Fiorenza, non solo è stata il primo Sindaco donna, ma è stata il Sindaco di Sesto San Giovanni nel momento più difficile per la città, quando si sono chiuse le grandi fabbriche, quando c’è stato bisogno di una grande trasformazione. Lei ha saputo guidare questa trasformazione da Sindaco intelligente, trasformando Sesto in una città di terziario, non abbandonando la produzione, puntando sull’innovazione e facendo grande attenzione alla qualità e alla socialità.
C’era il rischio che Sesto diventasse una città dormitorio, e invece è diventata una città verde, con un grande parco; una città che ha puntato sulla cultura e sullo sport.
Fiorenza ha segnato così: ha regalato una stagione bella e non scontata alla sua città.
L’altro amore di Fiorenza era la Sanità.
Fino all’ultimo, fino a pochi giorni fa ci ha scritto perché era preoccupata e sconvolta da quello che il covid ha fatto in Lombardia. Ci teneva a dire la sua su cosa si era sbagliato, sulle responsabilità.
Per 10 anni in Lombardia e ancora in Senato si era occupata di questo: della salute dei cittadini, della necessità di garantire un welfare universale di qualità.
Le sue due passioni si sono incontrate in questi anni, finita la sua attività nelle istituzioni, nell’attenzione con cui ha continuato a seguire il grande progetto della Città della Salute, che ha contribuito a costruire.
L’idea forte di portare nella sua città un’eccellenza sanitaria nel posto in cui c’erano le grandi industrie, i carroponti, la Falck, la Marelli e la Breda. Anche questo è stato un atto d’amore per Sesto San Giovanni che tutte le istituzioni coinvolte oggi devono sentirsi ancora impegnate a realizzare.” 

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