Patriza Toia: e adesso è nero su bianco il Mes è senza condizioniLa Lettera dei Commissari Dombrovskis e Gentiloni é molto chiara: l’unico vincolo é che le risorse siano impiegate per l’emergenza sanitaria e questo é certamente una finalità che sarà molto utile per il nostro Paese.
Nessuna condizionalità né preventiva né post programma: è un grande risultato del ministro Gualtieri e del nostro Commissario europeo, che verrà formalizzato dall’Eurogruppo di venerdì 8 maggio. A questo punto cos’altro inventeranno quelli che parlavano di “cappio” e di tradimento?
La serietà e l’impegno portano risultato mentre le falsità stanno a zero.
Andiamo avanti con gli altri obiettivi!
La decisione è ufficialmente presa ed è chiara: nessuna condizione né sorveglianza aggiuntiva per il MES.
L’unico vincolo è la destinazione per le spese sanitarie, ed è proprio quello che a noi italiani occorre. Adesso dovremmo far rimangiare all’opposizione le sguaiate calunnie, e le grida di allarme sul pericolo di cadere sotto chissà quale giogo esterno. Un’opposizione seria dovrebbe pubblicamente chiedere scusa e ammettere di avere detto falsità.
Nel merito l’accordo raggiunto conferma che la spesa sarà attorno a 240 miliardi e a ogni paese potrà essere destinata una quota di risorse pari al 2% circa del PIL, così che per l’Italia si calcolano più di 37 miliardi. Per quanto riguarda invece i tassi d’interesse, questi dipendono dai nostri tassi, al momento sono vicini allo 0%. Per il Pandemic Crisis Support il tasso di base sarà pari a circa 0,1%, ma crescere se anche i nostri tassi crescessero.
L'Eurogruppo conferma che l'unico requisito da rispettare sarà l'utilizzo dei relativi fondi su spese sanitarie "dirette e indirette di cura e prevenzione" sul Covid-19. Niente Memorandum di intesa, poi: per utilizzarlo basterà ai Paesi richiedenti compilare un "template", un modulo con la lista delle voci di spesa ammissibili. I fondi erogati a tassi "favorevoli" potranno essere restituiti in un periodo fino ad un massimo di 10 anni.
Una risposta comune per uscire dalla recessione - riflessione di Patrizia Toia
Inutile nascondersi dietro un dito. I dati delle previsioni economiche europee parlano chiaro: siamo di fronte ad una recessione in tutta l’Unione europea anzi la più DURA RECESSIONE del dopoguerra.
E l’Italia è lì, tra i paesi più colpiti, anche se per poco non è maglia nera d’Europa.
Cade il PIL (- 7.4% in Europa, ma in Italia - 9,5% e 27 stati su 27 hanno il segno meno nella crescita).
Aumenta il debito in tutti i paesi (102,6% nell’area UE, ma addirittura 158,9% in Italia).
Calano gli investimenti, cresce la disoccupazione e c’è una grande incertezza per il futuro.
E tutto ciò NONOSTATE LE PRONTE E CORAGGIOSE MISURE ADOTTATE A LIVELLO NAZIONALE (sia in Italia che altrove) e nonostante le PRIME IMPONENTI RISPOSTE EUROPEE, lo “scudo della BCE”.
Si intravede però un possibile rimbalzo nel 2021 con l’Italia in prima fila (+6,3% in Europa e + 6,5% per l’Italia).
Questi dati “orribili” ci indicano con grande nettezza che la strada è una sola: UNA FORTISSIMA RISPOSTA COMUNE EUROPE e UN FORTISSIMO INTERVENTO, di risorse e di investimenti anche dell’Unione europea in prima persona, con politiche espansive più coraggiose che per il passato.
La crisi è simmetrica e ha colpito tutti, ma gli effetti sono asimmetrici e diversi, la ripresa non è contestuale in tutti i paesi e non è omogenea, si interrompono le catene del valore, oggi molto integrate.
Questa asimmetria di conseguenze e di azioni è un grande problema e un grande pericolo.
Il rischio infatti è di allargare le differenze economiche e sociali, bloccando la convergenza economica e quindi riducendo la forza del mercato unico europeo e il valore economico del nostro continente.
La strada di un’unica risposta europea è ancora più obbligata e chiara: ma dev’essere forte, ampia e rapida, solo così il rimbalzo che la Commissione prevede nel 2021 sarà possibile.