Il voto a distanza? No grazie. Luigi Zanda, numero tre del Pd di cui è tesoriere e capogruppo dei senatori democratici nella scorsa legislatura - sottolinea il Sole 24 Ore, che lo intervista - è stato il primo a bocciare l'ipotesi di una votazione online dei parlamentari italiani per recepire i decreti sull'emergenza. "L'essenza del Parlamento, lo dice la parola stessa, è nel confronto e nel dibattito: solo così si forma la determinazione degli eletti. Capisco le ragioni dell'emergenza ma le Camere si devono continuare a riunire normalmente. Il Senato si riunirà già oggi per l'informativa del presidente del Consiglio Conte. E aspettiamo la settimana prossima, quando verranno in Aula i decreti sull'emergenza: ci deve essere lo spazio per un dibattito e a seguire per il voto sugli emendamenti. A maggior ragione in questo momento". "Io credo che la situazione di crisi eccezionale giustifichi misure che non sarebbero tollerate in condizioni ordinarie e il Governo in questi giorni difficili è costretto ad operare come un gabinetto di emergenza. Ma proprio per questo, e a maggior ragione, il Parlamento deve poter funzionare impeccabilmente secondo le sue regole. E guardi che il rischio dello svilimento della democrazia parlamentare c'è anche a prescindere dalla pandemia in corso: veniamo da qualche decennio di indebolimento progressivo del Parlamento, ed ora l'emergenza rischia di diffondere più rapidamente il veleno del progressivo impoverimento della nostra forma parlamentare. Tra decreti, maxiemendamenti e voti di fiducia il potere legislativo è di fatto già passato in gran parte all'esecutivo".