Matteo Salvini insiste nella sua perenne campagna elettorale e attacca il Presidente del Consiglio chiedendo al «signor indegnamente Presidente del Consiglio pro tempore» di dire se è vero quanto riportato dalla stampa a proposito del Fondo salva stati.
La riforma del Fondo salva stati – secondo il leader leghista - comporterebbe la possibilità di una «confisca nottetempo dei conti correnti bancari italiani». La ricostruzione di Salvini, tuttavia, è palesemente infondata.
Stiamo parlando, infatti, della bozza di riforma del MES che traccia le linee guida per poter accedere al credito del Fondo salva stati. Si tratta di situazioni estremamente gravi nelle quali un Paese avrebbe bisogno di aiuti economici ingenti. Come è successo in Grecia o in Irlanda, dove la crisi era ad un livello talmente profondo da rischiare di far saltare non solo il Paese, ma anche alcuni Stati dell’Eurozona. Ipotesi che non riguarda l’Italia.
Si tratta di fatto dell’ultima risorsa a disposizione per salvare un Paese sull’orlo del default. E’ bene precisare, però, che – anche in casi così gravi - nel documento non si parla di prelievo forzoso dai conti correnti. In ogni caso si tratterebbe di una misura estrema.
Se c’è un politico che negli ultimi mesi ha parlato di usare la ricchezza degli italiani per trovare i soldi per finanziare le sue proposte economiche, questo è proprio Matteo Salvini. Lo ha detto, circa dieci giorni fa, a “Di Martedì” quando gli è stato chiesto dove avrebbe voluto trovare i 50 miliardi di Euro per finanziare Flat Tax e Quota 100. Lo aveva detto, altresì, all’indomani delle elezioni europee quando da Enrico Mentana aveva detto che lui non voleva certo usare i soldi di francesi o tedeschi: «io non vado a chiedere i soldi al vicino, voglio usare per gli italiani i soldi in maniera diversa». Una frase poco chiara che l’allora vicepremier aveva precisato poco dopo dicendo «chiedo semplicemente di usare in maniera diversa, con tempi e modi diversi la ricchezza italiana che c’è. La ricchezza italiana è ferma nei conti correnti e nel risparmio privato, facciamola usare, liberiamola». Quindi se c’è qualcuno che voleva mettere le mani nei conti correnti o nelle cassette di sicurezza degli italiani, questo era proprio Salvini.
A inizio giugno, proprio negli stessi giorni in cui veniva discussa la bozza di riforma del MES, Salvini parlava della possibilità di tassare il contenuto delle cassette di sicurezza. Lo faceva a “Porta a Porta”, dichiarando: «mi dicono che ci sono centinaia di miliardi in cassette di sicurezza, fermi. Potremmo metterli in circuito per gli investimenti. Si potrebbe far pagare un’imposta e ridare il diritto di utilizzarli».
C’è poi da considerare che tutto questo processo di riforma del Fondo salva stati è avvenuto mentre la Lega era al Governo.