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Copyright, appello di Silvia Costa ai ministri europei per approvare la direttiva

08 Febbraio 2019

Dare mandato alla presidenza di turno della Ue in modo da consentire di passare ai negoziati finali la prossima settimana


“Ora o mai più”. Non usa giri di parole l’eurodeputata Silvia Costa (S&D) in vista del voto di venerdì 8 febbraio sulla direttiva Copyright. Il Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper), infatti, è chiamato a esprimersi sulla richiesta della Presidenza romena di aggiornare il mandato negoziale del Consiglio e concedere la flessibilità necessaria per avviare l’ultimo round negoziale con il Parlamento europeo. “Stasera c’è il Coreper, l’ultima occasione nella quale questa legislatura può chiudere il negoziato e dire che abbiamo approvato la direttiva. Dopo 2 anni di battaglie e intimidazioni  – ricorda Costa ad AgCult – il 12 settembreabbiamo licenziato un testo del Parlamento. Poi è iniziato il negoziato tra il relatore Axel Voss e il Consiglio dei ministri Ue, ma è venuto a mancare l’appoggio del governo italiano, essendo cambiato l’esecutivo. L’Italia non ha aiutato minimamente questo processo, non so stasera che posizione avrà il governo, se continuerà a essere ostile”, ha aggiunto la Costa.

“Se stasera ci sarà l’ok, il trilogo (Commissione, Consiglio e Parlamento)  si aprirà la prossima settimana, altrimenti la riforma non potrà essere approvata da questo Parlamento. Quindi ora o mai più – sottolinea l’europarlamentare -. Riconosciamo che nel nuovo testo ci sono dei miglioramenti, riconosco che la presidenza romena sta facendo un grande sforzo per trovare una quadra per portare a casa questa direttiva. Sarebbe grave se il Parlamento non dimostrasse una sua autonomia e una sua capacità di decidere e dare le regole. La legislatura ha quindi una grande opportunità, dimostrare che non ci facciamo intimidire”.

Nelle scorse ore anche gli editori europei hanno lanciato un appello agli Stati membri affinché vadano avanti con la riforma. “Crediamo che sia della massima importanza che gli Stati adottino il mandato”, hanno scritto EMMA, ENPA, EPC e NME in una lettera ai Paesi membri dell’Ue.

LE NOVITA’

Rispetto alla precedente versione di compromesso del 17 gennaio, prosegue l’europarlamentare dem, “avevamo già espresso le nostre preoccupazioni riguardo alcuni punti che a nostro avviso, nel nuovo testo, risultano migliorati e possono fungere per lo meno da base negoziale per l’ultimo negoziato”.

LA QUESTIONE DELLE MICRO E PICCOLE IMPRESE

“Per spirito di compromesso e per cercare una maggioranza trasversale, il mandato negoziale del Parlamento aveva escluso all’ultimo minuto dal campo di applicazione dell’art. 13 le micro e piccole imprese che rientrano nella definizione del Titoli I dell’Allegato alla Raccomandazione della Commissione 2003/361/EC – prosegue Costa -. Pur non avendo mai sostenuto pienamente questa linea, avevamo deciso di dare mandato al relatore per cercare un terreno di intesa sulla questione della mitigazione di responsabilità, linea rossa del Consiglio per portare a casa l’accordo. In seno al Consiglio si è provocata una spaccatura netta tra sostenitori dell’esclusione di queste entità dalla definizione di service provider che devono rispettare gli obblighi di cui all’art.13 (capeggiati dalla Germania) e i sostenitori di un approccio più moderato che mettesse dei parametri più stringenti per prevenire il rischio di un’esenzione di responsabilità totale (capeggiati dalla Francia). Su questo punto, una minoranza di blocco in COREPER non aveva permesso l’avvio dell’ultimo negoziato previsto per il 21 gennaio, per cui sono seguiti negoziati interni per uscire dall’impasse”.

“Come richiesto anche da noi a Voss, l’argomento è stata spostato dalle definizioni all’articolato del 13, come nuovo paragrafo legato alla questione della softer liability”. I romeni propongono come soluzione di compromesso un regime di responsabilità più morbido per “le micro e piccole imprese con un fatturato annuo di 10 milioni e i cui servizi sono disponibili al pubblico in UE da meno di tre anni”. In più, spiega Costa, “si inserisce il parametro dell’audience: praticamente, a prescindere se si è MPI o PMI, quando la media mensile di visitatori unici supera quota 5 milioni, il fornitore di servizi è comunque tenuto a dimostrare di aver profuso ogni sforzo per prevenire il caricamento di materiale protetto da copyright”. L’europarlamentare aggiunge: “Questo trattamento ‘speciale’ non è mai stata la soluzione da noi auspicata, ma senza rischiavamo di non trovare maggioranza in Plenaria. Ora che la questione è legata con le richieste del Consiglio di attenuare le responsabilità per gli operatori UE più piccoli, bisogna trovare il modo di evitare esenzioni di responsabilità tout court. In questo modo, specie col parametro temporale e col parametro aggiuntivo di salvaguardia dell’audience, si circoscrive decisamente questo regime di softer liability e non tocca i giganti”.

MITIGAZIONE DI RESPONSABILITA’

Per quanto riguarda l’articolo 13 “il problema era che l’onere era troppo sbilanciato verso i titolari di diritti che si trovavano nella situazione di dover ‘giustificare’ o ‘comprovare’ un diritto di cui sono titolari esclusivi”. Ora, nella nuova versione, “si dissipa ogni dubbio sulla responsabilità delle piattaforme anche nei casi di non licenza. Certo, è previsto subito dopo un elenco di situazioni che esentano i service provider, ma considerate non particolarmente pericolose dagli stessi rightholder. Situazioni che, è bene ricordarlo, non facevano parte del mandato del Parlamento e sono state inserite su insistenza del Consiglio che ne ha fatto la sua red line”, afferma Costa.

CONTENUTI GENERATI DA UTENTI

Nella precedente versione, infine, “la disposizione sui contenuti generati da utenti era molto vaga, con il rischio di consentire il caricamento di opere (o parti di esse) coperte da diritto di autore anche per scopi che non rientrano nelle eccezioni vigenti – afferma Costa -. Ora il testo riduce l’applicazione esclusivamente ‘for the purposes of quotation, criticism review, caricature, parody or pastiche’. È stato tolto ‘illustration’, come da noi richiesto, perché evidentemente non può rientrare in questa categoria di eccezioni ben mirate”.


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