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Italia in recessione. In arrivo una manovra correttiva - di Nicola Corea

04 Febbraio 2019

L'economia italiana nel quarto trimestre 2018 ha registrato una contrazione dello 0,2%. È quanto ha comunicato l'Istat. Si tratta del secondo trimestre consecutivo di calo. Così l'Italia è entrata in recessione tecnica.

La conseguenza di questo difficile quadro economico – nonostante le rassicurazioni del Ministro Tria - è la necessità di una manovra bis per sistemare i conti.

Sebbene di una manovra correttiva, i due partiti al governo non vogliono sentir parlare, è impossibile escluderla. Anzi, fonti qualificate di maggioranza - dietro le quinte - la definiscono ormai inevitabile. Ma almeno fino al voto di maggio, per la Lega e il M5s, un nuovo intervento sui conti, è un tabù.

Confindustria prevede che nel primo semestre 2019 ci sarà un rallentamento ancora peggiore. Anche la previsione della Banca d’Italia di una crescita dello 0,6% appare ottimistica. Le agenzie di rating, inoltre, sono pronte a rivedere al ribasso la classificazione dell’economia italiana e l’Istat diffonderà il 5 marzo i dati di consuntivo su Pil, deficit e debito. Il Def di metà aprile, poi, dovrà ridefinire lo scenario economico. L’ipotesi di una manovra bis tra i 5 e gli 8 miliardi diventa altamente probabile.

In realtà una “manovra bis” di 2 miliardi è già contenuta nell’accordo raggiunto con Bruxelles prima di Natale. Si tratta del congelamento per sei mesi dei fondi a carico delle amministrazioni centrali che, in presenza del peggioramento del ciclo economico e delle variabili di finanza pubblica, finirebbe per estendersi all’intero 2019. È una sorta di clausola di salvaguardia posta a presidio dei conti pubblici laddove, a metà anno, lo scostamento del deficit rispetto ai valori programmati fosse evidente e certificato, che va di pari passo con la clausola “salva spesa” imposta dalla Ragioneria al decreto che ha dato il via libera a reddito di cittadinanza e quota 100. L’entità effettiva dell’eventuale manovra bis, tuttavia, sarà definita non tanto per far fronte agli effetti della contrazione del Pil sui conti pubblici, quanto sulla tenuta dei saldi della manovra.

A fine giugno, con l’assestamento di bilancio, il Governo dovrà verificare l’effettivo impatto delle due misure di spesa più rilevanti della manovra: quota 100 e reddito di cittadinanza che ammontano rispettivamente a 4,8 e 5,2 miliardi. Poi, già con il Documento di economia e finanza di metà aprile, il Governo dovrà indicare come far fronte ai 23 miliardi di clausole Iva pronte a scattare dal prossimo anno.

E’ evidente che la spiegazione del Governo, che tenta di attribuire la responsabilità della recessione ai governi precedenti, non possa reggere. Nonostante ciò, il Presidente del Consiglio Conte si è lasciato andare in assurdi pronostici affermando che ”il rilancio avverrà nel secondo semestre dell’anno”. Poi, ha concluso, “non c’è ragione di perdere la fiducia, c’è anzi molto entusiasmo per il 2019”. In questo contesto, però, potrebbero esserci serie ripercussioni sui due provvedimenti simbolo del Governo gialloverde, reddito di cittadinanza e quota 100, nonchè forti conseguenze su disoccupazione, spread e pressione fiscale.


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