Registrati

Privacy

Informativa ai sensi dell'art. 13 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196. La raccolta e il trattamento dei dati sono effettuati limitatamente ai fini connessi alla gestione operativa e amministrativa del servizio. I dati sono trattati con strumenti informatici e telematici e non saranno comunicati a terzi. Il titolare del trattamento è AreaDem.
* Acconsento al trattamento dei miei dati personali
Log in

 
Registrazione al sito - Login al sito

Bevacqua: regionalismo differenziato - Di Maio, pensaci tu

03 Febbraio 2019

 

Gentile on. Di Maio,

quanto segue dovrebbe essere la lettera aperta di un consigliere PD della Regione Calabria al vice presidente del Consiglio dei Ministri, nonché capo politico del M5S.

 

Avrei piacere, però, che essa fosse, innanzi tutto, la lettera di un calabrese a un campano, di un meridionale a un meridionale: non certo per annullare le differenze che politicamente ci dividono ma, piuttosto, per tentare di ragionare   su un tema che nessuno dei due può fare fatica a ritenere di estrema importanza per le sorti dei territori di origine e, io credo, per la stessa permanenza dell’unità nazionale.

 

Mi riferisco alla questione del cosiddetto “regionalismo differenziato” ex art. 116 comma 3 della Costituzione (rispetto al quale mi impegno da tempo nel denunziare i rischi) e all’iter in via di definizione avviato da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.

 

Nella battaglia che, da più mesi a questa parte, conduco per sottrarre la materia al silenzio dei media e dell’agenda politica, ho avuto modo di constatare una consapevolezza e una piena conoscenza del problema nei consiglieri delle Regioni a Statuto ordinario del Meridionale; e non le nascondo che è stato oltremodo gratificante ricevere l’appoggio e il plauso anche da parte di alcuni colleghi M5S, i quali hanno perfettamente compreso che non di battaglia di partito si tratta, bensì di civiltà. 

 

Il Consiglio Regionale della Calabria, pochi giorni fa, ha approvato all’unanimità una risoluzione organica e unitaria che chiede al Governo di sospendere l’iter procedimentale in corso con le tre Regioni di cui sopra e di aprire un confronto, coinvolgente tutti i livelli istituzionali, sulle possibilità di un regionalismo effettivamente equo e inclusivo.

Rispetto a questo documento, che ha trovato la condivisione delle altre regioni del Sud, non credo, in tutta sincerità, che lei potrà nutrire motivi di disaccordo sostanziale.

 

Nel programma da lei firmato il 18 gennaio 2018, in qualità di capo politico del Movimento, non si fa alcun cenno al regionalismo differenziato. Così come non se ne trova traccia nei temi del programma nazionale del M5S dove, al Capitolo “Affari Costituzionali”, Paragrafo “Rapporti Stato-Regioni”, si legge, anzi, che il Movimento “difende l’impostazione della Costituzione del 1948”, “con esplicito riferimento all’art. 5”: cioè a dire, quell’articolo che sancisce la “Repubblica una e indivisibile”.

 

Sempre nello stesso Paragrafo, si afferma che “Nel 2001, tuttavia, una riforma costituzionale varata dalla risicata maggioranza che sosteneva il Governo Amato, ha complicato i rapporti Stato-Regioni”: mi lasci dire che, premesso che quella riforma fu approvata con un referendum confermativo, i 18 anni trascorsi dovrebbero comunque indurre a una riflessione complessiva sugli effetti sortiti. In quel lontano 2001, probabilmente anche il centro sinistra si lasciò coinvolgere dalla “ondata federalista” che nascondeva bene gli egoismi territoriali alimentati dalla Lega.

 

Come vede, sono perfettamente disposto a riconoscere i possibili errori della parte politica cui appartengo e la risoluzione consiliare calabrese va proprio nella direzione di un ripensamento organico del regionalismo per come si è venuto attuando e per la pericolosa direzione che sta imboccando. 

 

Uso non a caso l’aggettivo “pericoloso”, perché il cardine attorno al quale ruotano le Intese in dirittura d’arrivo è fondamentalmente uno e si chiama “criterio del maggior gettito”: le risorse, cioè, dovrebbero essere parametrate con il reddito medio pro capite della singola Regione.

 

On. Di Maio, io mi chiedo e le chiedo: ma perché mai?

 

Lei è forse disposto a fissare in via normativa il criterio per cui un cittadino campano o calabrese ha diritto a servizi peggiori perché la sua Regione è più povera rispetto a Veneto e Lombardia? Perché è questo che vi apprestate ad approvare.

 

E dove vanno a finire la solidarietà fra le regioni, il Fondo Perequativo per i territori con minore capacità fiscale per abitante, la definizione preliminare dei Livelli essenziali delle prestazioni (Lep) per tutti gli italiani, la perequazione infrastrutturale fra le diverse aree del Paese? (Che, per inciso, non sono mie invenzioni, ma disposizioni costituzionali ribadite da leggi ordinarie).

 

Mi spingo a dire: dove va a finire l’unità del Paese? Avrebbe ancora senso dire che Nord e Sud fanno parte della stessa Repubblica?

 

On. Di Maio, il M5S ha raccolto il 4 marzo più della metà dei voti degli elettori del Sud: non crede di non potersi esimere dal rendere conto a quelle legittime speranze e aspettative? È forse disposto a barattare il mantenimento in vita del suo governo con la condanna del Meridione?

 

Il sottosegretario Giorgetti ha già più volte dichiarato che la mancata firma delle Intese manderebbe a casa il governo.

Salvini ha detto che le Intese non le leggerà nemmeno e aspetta soltanto di poterle firmare.

Il Presidente veneto Zaia ha detto che “Grazie a Salvini e a Di Maio questo Governo passerà alla storia con l’autonomia del Veneto”.

 

Davvero è questo, On. Di Maio, il modo in cui vuole passare alla storia?

 

Non vorrei davvero che la sua leadership fosse ricordata come quella che ha portato alla certificazione normativa della eliminazione dalla Storia del Sud e dell’unità nazionale.

 

Con il rispetto istituzionale dovuto al ruolo che riveste

Le invio sinceri saluti

 

Mimmo Bevacqua


Commenta... oppure


torna su

Agenda

DoLuMaMeGiVeSa
1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31

Rassegna stampa