Immaginare di diversificare le regole di mercato tra la Rai e gli altri broadcaster mi pare insensato, ingiusto ed impraticabile. Temo porterebbe a soluzioni pasticciate ed equivoche. Oltretutto con l'effetto di creare piu' conflitti d'interesse di quelli che si punta a risolvere. Se l'obiettivo e' davvero evitare conflitti d'interesse, la via maestra, e la sola, e' quella della legge". Lo afferma il sottosegretario Antonello Giacomelli, interpellato dall'ANSA sulla risoluzione sui conflitti di interesse degli agenti, che oggi dovrebbe essere votata dalla Vigilanza.
Il sottosegretario ha risposto a una domanda dell'ANSA in vista della riunione di oggi pomeriggio della Commissione di Vigilanza, che dovrebbe approvare il testo riformulato ieri, con l'accoglimento di alcuni emendamenti, dal deputato Pd Michele Anzaldi. "Come ho gia' detto, trovo apprezzabile e giusto il tema posto da Anzaldi del rapporto tra agenti, produttori e broadcaster - precisa Giacomelli -. E' una questione vera che puo' essere affrontata in una prima fase gia' nel contesto del contratto di servizio. E piu' correttamente ancora nell'ambito di una iniziativa legislativa che produca i suoi effetti su tutti i soggetti interessati". Secondo il sottosegretario alle Comunicazioni "immaginare infatti di diversificare le regole di mercato tra la Rai e gli altri broadcaster mi pare insensato ingiusto ed impraticabile. Temo porterebbe a soluzioni pasticciate ed equivoche". "Oltretutto con l'effetto di creare piu' conflitti d'interesse di quelli che si punta a risolvere - dice ancora Giacomelli all'ANSA -. Se l'obiettivo e' davvero evitare conflitti d'interesse, la via maestra, e la sola, e' quella della legge".