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Alleati a caccia del 3%, sul bilancio sarà dura - intervista al capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato del Corriere della Sera

17 Luglio 2017





di Paola Di Caro


È finita con il centrodestra che esulta per una «vittoria» contro il Pd, per lo «schiaffo» di Gentiloni a Renzi. Ma Ettore Rosato, presidente dei deputati dem, non si pente né fa marcia indietro: «Abbiamo fatto quel che dovevamo, quello che tutto il Pd era convinto di fare».

Anche se Salvini e tutto il centrodestra considerano l’accantonamento dello ius soli una loro «vittoria»?

«Bella vittoria aver negato il diritto di essere italiani a migliaia di bambini che crescono assieme ai nostri figli, che parlano in dialetto, che frequentano da sempre le nostre scuole. Solo la speculazione politica, alla quale purtroppo anche Ap si è piegata, ha potuto far saltare lo ius soli».

 

Quindi la colpa è dei vostri alleati?

«Hanno votato quel testo alla Camera, è incomprensibile che non lo facciano anche al Senato».

 

Una spiegazione ci sarà…

«La sensazione è che più si avvicinano le elezioni, più Mpd e Ap cercheranno di differenziarsi, per rendere più facile la caccia a quel 3% di voti che con la legge vigente li farebbe entrare in Parlamento».

 

Se è così, sarà dura per il governo…

«Non posso negarlo, vedo una legge di Bilancio difficile all’orizzonte».

 

Vede il governo a rischio e il voto anticipato?

«Ma no, ormai siamo a fine legislatura, c’è poco da anticipare».

 

Ma questo stop avrà conseguenze sulle alleanze elettorali future? Con i centristi insomma sarà impossibile ricucire o stringere qualche forma di rapporto?

«Le elezioni sono ancora lontane, sono ragionamenti prematuri. E voglio affidarmi alle parole di Gentiloni: la legge sarà ripresa in autunno in Senato, vediamo come si comporteranno i nostri alleati».

 

Renzi non ha avuto troppa fretta? Si poteva temporeggiare, cambiare qualcosa?

«Cosa avremmo dovuto cambiare di un testo che alla Camera era stato approvato e scritto assieme ad Ap? C’erano tutte le condizioni per votarlo».

 

Gentiloni avrebbe potuto fare di più? Poteva sfidare i centristi con la fiducia?

«Gentiloni ha fatto tutti i tentativi possibili per riuscire a portare il provvedimento fino all’approvazione. Non era possibile fare di più».

 

Tornando indietro, non crede che avere insistito oggi su questo tema quando l’emergenza sbarchi è diventato un problema sentito come primario dagli italiani e poi non portare nemmeno a casa il risultato sia stato un grande boomerang per il Pd?

«Solo un’informazione approssimativa e la strumentalizzazione politica possono accostare l’immigrazione clandestina allo ius soli. Comunque il Pd di responsabilità sui diritti se ne è prese tante, dalle unioni civili al divorzio breve. La politica che non sceglie, sperando di costruire così il consenso, non fa per noi».


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