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Giochi, Baretta: riforma di sistema con la Stabilità o dal dibattito parlamentare

09 Novembre 2015

Limitare l'offerta e divieto totale di pubblicità. La filiera e gli operatori sociali devono collaborare



"L'offerta di gioco e' scappata di mano". Non usa mezzi termini il sottosegretario all'Economia con delega ai giochi Pier Paolo 
Baretta chiamato a fare il punto sulla situazione dal collega di Avvenire Toni Mira durante la presentazione del volume "C'e' gioco e gioco" edito dalla Toro Edizioni questa mattina alla Camera. Baretta ripercorre il percorso "contradditorio" della Delga fiscale, ricordando come siamo ormai avviati alla ricerca di "un punto di equilibrio tra gioco come divertimento e gioco come compulsivita'". Anche se non arriva con la Stabilita' 2016, puo' farlo subito dopo in Parlamento questa necessaria "riforma di sistema". Lo Stato ha ottenuto risultati importanti in termini di lotta all'ilegalita' e deve rivendicare anche quello di guida di questo settore verso l'industrializzazione". Questi passi insieme alla riforma porteranno ad un indubbio recupero di credibilita' complessivo. Baretta chiede agli operatori e al terzo settore di esprimere la propria volonta' di partecipare a questa regolamentazione della materia: "Il gioco non va abolito, ma regolato di piu', magari limitando i giochi in bar e tabacchi fino alle 100 mila awp in meno che abbiamo suggerito". Ma non basta il sottosegretario suggerisce la concertazione tra Stato ed enti locali per superare il comprensibile eccesso di regolazione della periferia rispetto alla riserva statale in materia di gaming, e arrivare alla distribuzione migliore delle sale sul territorio. E qui devono nella sua visione intervenire i Comuni: "il dibattito parlamentare affronti l'intero tema, non soltanto la parte della pubblicita', su cui tra l'altro la mia posizione e' chiara: va tolta". Blocco totale della pubblicita', quindi come gia' avvenuto per i tabacchi, ma la pubblicita' e' solo uno dei punti del necessario riassetto complessivo del settore".


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