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Raccontiamo l’Italia: Rappresentanza ed efficacia, l’orizzonte delle riforme – incontro alla Festa Nazionale del PD con Luigi Zanda

30 Agosto 2015




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Sul palco della Festa de l’Unità Romani insiste per modificare l’Italicum, ma Zanda respinge la richiesta e si dice certo che “il Pd straccerà il M5S”

INVIATO A MILANO – Se l’obiettivo era quello di provare a riavvicinare le posizioni tra Pd e Forza Italia in vista dell’imminente arrivo al senato della riforma costituzionale, l’invito alla Festa de l’Unità di Paolo Romani, capogruppo forzista a palazzo Madama ed esponente dei berlusconiani dialoganti, non ha ottenuto l’effetto sperato. La distanza con il collega dem Luigi Zanda, sul palco insieme a lui e ad Arturo Scotto (Sel), resta tutta.

Rimane soprattutto la richiesta dei forzisti di riaprire la partita dell’Italicum, allargando il premio di maggioranza alla coalizione anziché alla lista più votata, per offrire in cambio il sostegno alla riforma costituzionale. Zanda, però, respinge la proposta al mittente: “Capisco la vostra necessità di avere una legge elettorale cucita sulle vostre necessità, ma la creazione di coalizioni ha sempre determinato instabilità nel nostro paese, a destra come a sinistra”. E, in ogni caso, “non c’è mai stato in nessun dibattito politico nel passato un collegamento tra le modifiche alla Costituzione e la legge elettorale”. Se poi il timore è quello di consegnare il paese a Grillo, “dovremmo preoccuparci noi, invece io penso che il Pd straccerà il M5S e comunque che in democrazia è giusto che chi prende più voti vinca”.

Scotto, dal canto suo, insiste sull’eleggibilità dei senatori (tema sfiorato anche da Romani), ma il suo no al testo attuale era in qualche modo scontato: “Queste riforme sono scadenti – afferma – e noi ci batteremo per non farle passare”. E’ Zanda a ricordare che su 28 paesi dell’Ue, ben 24 non hanno l’elezione diretta della seconda camera: “Capisco le obiezioni, ma non parliamo di una questione di democrazia, perché non c’entra niente”.

Il capogruppo dem al senato si rivolge anche alla minoranza del proprio partito, alla quale ricorda di considerare “mia responsabilità primaria mantenere l’unità del gruppo, sostenere il governo e far durare la legislatura fino al 2018″. Per questo, “dico alla minoranza del Pd che la lotta politica si deve fare dentro il partito e tenerla fuori dal parlamento”, evitando di portare nel dibattito sulla riforma – ma questo invito è rivolto a tutti, a partire dai forzisti – “ciascuno le nostre pulsioni politiche”.

 


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