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Riciclaggio: Mirabelli, banconote 500 euro a rischio

24 Aprile 2015

Interrogazione, Governo intervenga.Bankitalia e Abi in Antimafia



L'anomalo afflusso negli istituti di credito italiani di banconote di grosso taglio, da 200 e da 500 euro, e' riconducibile ad attivita' sommerse e al riciclaggio denaro, come ha denunciato Repubblica? Quante segnalazioni di sospetto sono arrivate dalle banche, che dal 1 gennaio 2014 devono effettuare verifiche sul ricorso massiccio alle 'grandi' banconote e comunicarle alla Banca d'Italia? E' quanto chiede al governo il senatore Franco Mirabelli, capogruppo del 
Pd nella Commissione Antimafia, con un'interrogazione rivolta ai ministri dell'Economia e della Giustizia. Il senatore chiede anche che sulla questione vengano ascoltate in Commissione Antimafia Bankitalia e Abi.
"Circa un mese fa - scrive Mirabelli nell'interrogazione - le banconote da 500 euro in circolazione in Europa si attestavano intorno ai 583 milioni, pari ad appena il 3,8% della cartamoneta. Dal 2010 le banche italiane hanno messo in circolazione 12 milioni di biglietti da 500 euro, mentre i clienti ne hanno versati sui propri conti otto volte di piu', con una differenza di circa 37 miliardi di euro. I depositi di 'biglietti viola' presso le banche hanno subito un fortissimo incremento in particolare nelle regioni al top dell'export, come il Veneto, il Trentino, l'Emilia Romagna, la Lombardia. Eppure negli ultimi anni il legislatore ha introdotto diverse misure finalizzate a limitare l'uso del contante e la Banca d'Italia, d'intesa con Consob e Ivass, ha imposto agli intermediari finanziari, da gennaio 2014 un'adeguata verifica dei clienti che utilizzano banconote di grosso taglio e approfondimenti in presenza di operazioni in contanti superiori a 2500 euro". "Di fronte al rischio evidente che le banconote di grosso taglio siano a maggiore rischio riciclaggio e finanziamento terrorismo - conclude l'esponente del Pd - chiedo al governo quali interventi il Governo intenda mettere in campo e se non sia il caso di sollecitare una discussione in sede europea per trovare una soluzione condivisa".


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