Registrati

Privacy

Informativa ai sensi dell'art. 13 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196. La raccolta e il trattamento dei dati sono effettuati limitatamente ai fini connessi alla gestione operativa e amministrativa del servizio. I dati sono trattati con strumenti informatici e telematici e non saranno comunicati a terzi. Il titolare del trattamento è AreaDem.
* Acconsento al trattamento dei miei dati personali
Log in

 
Registrazione al sito - Login al sito

Le grandi sfide in Italia e in Ue. C'è soltanto il PD - La newsletter di Marina Sereni

22 Ottobre 2014



Mentre nelle Aule e nelle commissioni parlamentari prosegue l'esame di provvedimenti importanti come lo Sblocca-Italia, la legge comunitaria, il divorzio breve, la riforma della giustizia civile, il Jobs Act, le riforme costituzionale ed elettorale, e mentre sta per arrivare la Legge di Stabilità, il dibattito politico italiano mostra con sempre maggior evidenza l'assoluta centralità e le enormi responsabilità del Partito Democratico.    

Nel campo conservatore Matteo Salvini sta utilizzando con grande spregiudicatezza ogni possibile argomento ( l'uscita dall'euro, l'immigrazione, l'islamofobia, etc.) per cercare di "federare" pezzi diversi della destra italiana senza tuttavia avere espresso con chiarezza la volontà di  rompere o di rinsaldare l'alleanza con Forza Italia con cui pure governa Lombardia e Veneto. In FI, d'altra parte, la discussione è tutt'altro che lineare e leggibile. Non emerge una leadership alternativa a quella di Berlusconi che però non appare essere perfettamente in grado di guidare le scelte dei suoi eletti in Parlamento, come si capisce anche dallo stallo sul voto dei membri della Consulta. Quanto a NCD, che sostiene l'azione del governo Renzi, le difficoltà nella costruzione delle coalizioni per le prossime elezioni regionali o la scelta di caratterizzarsi su argomenti controversi come le unioni gay dimostrano un'incertezza sulla collocazione ideale e politica. 

Il M5S intanto vive una fase di oggettiva incertezza: l'anima movimentista è duramente messa alla prova dalla presenza in Parlamento e nelle istituzioni locali, le espulsioni testimoniano l'incapacità di gestire una normale e fisiologica dialettica interna e tradiscono l'assenza di una cultura politica autenticamente democratica, l'improvvisazione degli slogan e dei post di Grillo, una volta contro gli immigrati, un'altra contro l'euro, un'altra ancora su Ebola, non riesce a colmare il vuoto di proposta politica e programmatica del movimento. Il malessere e l'insoddisfazione verso la politica e i partiti restano ampi, il bacino entro cui è cresciuto il consenso a M5S non è prosciugato ma certo l'iniziativa di Renzi, la sua capacità di interpretare e raccogliere la domanda di cambiamento, ha tolto a Grillo molto spazio.

 Per tutte queste ragioni il Pd oggi è non solo il protagonista principale di una straordinaria sfida riformatrice, ma anche l'unica speranza per il Paese. Se riusciamo a realizzare passi avanti concreti lungo la strada del cambiamento, se riusciamo a sollecitare investimenti privati per creare lavoro, se riusciamo a convincere l'Europa sull'urgenza di una politica economica diversa e più attenta alla crescita, se riusciamo a ridurre le diseguaglianze dando maggiori opportunità a chi è meno garantito, allora saremo all'altezza del ruolo che, oggettivamente, i cittadini ci hanno assegnato. 

 Per questo la discussione sul partito, sulla forma e sugli strumenti organizzativi con cui ci rivolgiamo alla società italiana, non può essere separata dal profilo ideale e politico del Partito Democratico. Partito della Nazione, partito pigliatutto, le formule politologiche poco interessano: non possiamo avere nostalgia di appartenenze e steccati che condannerebbero la maggiore forza politica progressista d'Europa a tornare indietro e a restringere il suo campo d'azione e di consenso, e dunque alla fine anche la sua capacità di incidere sulla realtà per cambiarla. Il partito non è un fine, è uno strumento per dare risposte concrete ai cittadini, a cominciare dai più deboli.

Sabato prossimo con molti altri dirigenti del Pd, e soprattutto con molte cittadine e cittadini,  semplici elettori o militanti di base, sarò a Firenze alla Leopolda. Altri esponenti del nostro partito sceglieranno di essere con la CGIL a contestare le politiche del Governo presieduto dal nostro segretario. La nostra capacità di tenere insieme sensibilità ed idee diverse non porterà certo a sanzioni o espulsioni. Tutto sommato credo anche che sia fisiologico che una parte del Pd senta di essere vicina alle ragioni del maggior sindacato italiano. Tuttavia, proprio perché penso che il pluralismo e l'apertura alla società siano dei tratti irrinunciabili di una grande forza riformista come il Pd, mi sono sembrate davvero fuori luogo le polemiche su un appuntamento di incontro e di libero confronto politico e culturale come quello che terremo a Firenze in questo fine settimana. Mi aspetto anzi da quelle giornate idee e suggerimenti utili per il lavoro, straordinariamente complesso, che ci aspetta al Governo e in Parlamento.

 


Commenta... oppure


torna su

Agenda

DoLuMaMeGiVeSa
1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30

Rassegna stampa