La FIAT sbaglia se pretende di mescolare il tema della allocazione della produzione delle sue vetture negli stabilimenti con quello delle relazioni sindacali. Si tratta di due piani distinti che non possono influenzarsi reciprocamente”. Lo afferma il presidente della commissione Lavoro della Camera Cesare Damiano. “Le strategie produttive - aggiunge l’ex ministro - rispondono a una logica di radicamento nei territori e nei mercati, di capacità di progettazione e di innovazione dei modelli e di professionalità degli addetti. In Italia la FIAT può disporre di tutti questi elementi e sarebbe inimmaginabile l’abbandono del territorio che ha visto la nascita dell’azienda. Altra cosa è la ricerca di una normalizzazione delle relazioni sindacali e industriali che va perseguita con determinazione, soprattutto dopo la sentenza della Corte”. “Esistono proposte di legge in Parlamento, la cui discussione è già iniziata in commissione Lavoro della Camera. Tra queste, quella del PD propone di ripristinare l’articolo 19 dello Statuto dei Lavoratori com’era in origine, prima del referendum del 1995, riconsegnando la possibilità ai sindacati nazionalmente rappresentativi di nominare o eleggere i proprio delegati nei luoghi di lavoro. Si tratta di un buon punto di partenza che può essere arricchito con le regole recentemente definite da sindacati e Confindustria, e con clausole di raffreddamento del conflitto sindacale che possono essere suggerite dalle parti sociali. Il governo dovrebbe intervenire, dopo le sollecitazioni dell’azienda, al fine di favorire una soluzione unitaria a questo problema che ha bisogno di una sua normalizzazione.