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Decreto del Fare: richiesta del voto di fiducia sul testo uscito dalle Commissioni

24 Luglio 2013


Presidente, anzitutto mi consenta di ringraziare per davvero i componenti delle Commissioni, i due presidenti, i relatori, ma i componenti delle due Commissioni perché è stato fatto in tempi brevi un lavoro enorme su un decreto-legge innegabilmente corposo – diciamo così – un lavoro migliorativo da diversi punti di vista che, ad avviso del Governo, arricchisce la portata reale che questo decreto-legge, oggi in fase di conversione, comporterà su parecchi aspetti della vita economica e sociale del nostro Paese.
Com’è noto, dopo aver registrato la presentazione di circa 800 emendamenti in Aula, ad esito dei lavori dell'Assemblea, ieri, in una riunione del Comitato dei diciotto, cui ho preso parte anch'io, il Governo ha fatto presente che, dato il calendario da qui alla pausa estiva, quel numero di emendamenti, se non modificato, avrebbe di fatto reso inevitabile il ricorso al voto di fiducia per accorciare i tempi.
  Abbiamo chiesto ai gruppi e ovviamente in particolare ai gruppi di opposizione, la disponibilità a scendere ad un numero di emendamenti ragionevole che lasciasse immutato e garantito il diritto dei singoli gruppi a vedere portate le proprie posizioni in Aula, votando gli emendamenti in un tempo ragionevole che consentisse poi di proseguire nel calendario, a cominciare dal prossimo decreto-legge cosiddetto «ecobonus» in fase di conversione.
   In quella sede, ho detto e ribadisco in Aula che, in caso di posizione della questione di fiducia, l'orientamento del Governo è quello di porre sempre la fiducia sul testo uscito dalle Commissioni senza cambiamenti. I parlamentari di altre legislature sanno che più volte si è utilizzato il ricorso allo strumento del maxiemendamento in parte modificativo dell'esito dei lavori della Commissione. Noi, per rispetto del Parlamento, nelle occasioni in cui siamo o saremo costretti a mettere il voto di fiducia o decideremo di mettere il voto di fiducia lo faremo comunque rispettando integralmente il lavoro delle Commissioni che, in questo caso, è stato un lavoro che ha modificato parecchi punti.
  Rispetto a questa richiesta formulata ieri, prima in Aula i gruppi di SEL e della Lega hanno dato la disponibilità a mantenere un numero limitato di emendamenti da porre votazione. La maggioranza ha indicato in dieci il numero di emendamenti che avrebbe comunque chiesto di portare in votazione in Aula. Il gruppo parlamentare del MoVimento 5 Stelle, con il quale, poco fa, come Governo, abbiamo avuto un incontro, ci ha presentato un numero limitato di emendamenti, dicendo che, se fossero stati accolti tutti, ci sarebbe stata la disponibilità a ridurre il numero degli emendamenti complessivi posti in votazione.
  Alla presenza del sottosegretario De Vincenti, avendo esaminato gli emendamenti, abbiamo detto che una parte erano accoglibili, mentre su un'altra parte di emendamenti, per ragioni di copertura o per differenti posizioni di merito, com’è comprensibile, il Governo non avrebbe dato il parere favorevole. In conseguenza a questo c’è stata comunicata la volontà di mantenere tutti gli emendamenti.
  Naturalmente ogni opposizione ha la totale sovranità di scelta, com’è logico, rispetto agli atteggiamenti parlamentari. Rilevo solo che, siccome siamo all'inizio di un percorso, nessuno di noi sa quanto durerà, ma comunque abbiamo diversi decreti-legge in fase di conversione che arriveranno anche prima della pausa estiva. È evidente che se il tema è, tra maggioranza e Governo e gruppi parlamentari di opposizione, costruire un percorso che, nel rispetto dei tempi del calendario e dei tempi di conversione del decreto-legge specifico, consenta all'Aula di esprimersi, com’è giusto, nel merito di singoli emendamenti e, quindi, rispettare il diritto dell'opposizione di vederseli accolti o respinti nel dibattito d'Aula, questo è un tema.
   Se il tema è la condizione per il ritiro degli emendamenti e l'accoglimento di un certo numero di emendamenti cambia il discorso, nel senso che in taluni casi è possibile, ma in altri casi, com’è stato spiegato nel merito, non è possibile o almeno non è possibile integralmente. Naturalmente poi queste sono scelte che fanno i singoli gruppi parlamentari.
  Poiché abbiamo un calendario molto complicato prima della pausa estiva (ormai non mancano tantissimi giorni a Ferragosto) e abbiamo sei decreti-legge da convertire (perché il settimo è stato assorbito o sta per essere assorbito nel decreto-legge che è in discussione oggi) concernenti le leggi europee, il disegno di legge costituzionale, il finanziamento ai partiti, la legge sull'omofobia, oltre agli altri atti parlamentari, c’è un calendario molto intenso ed è evidente che affrontare la votazione su 800 emendamenti non consentirebbe di rispettare quel calendario, dato che questo decreto deve essere trasmesso al Senato ed il Senato poi deciderà evidentemente se reintervenire nel merito.
  Per questi motivi, a nome del Governo, appositamente autorizzato dal Consiglio dei Ministri, pongo la questione di fiducia sull'approvazione, senza emendamenti ed articoli aggiuntivi, dell'articolo unico del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia, nel testo approvato dalle Commissioni riunite nell'ultima versione approvata dopo il rinvio deliberato dall'Assemblea.


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