L'editoriale di Marina Sereni
E’ la vigilia più difficile per il Pd. Domani l’Assemblea Nazionale dovrà eleggere un segretario che possa condurre il partito al Congresso entro l’autunno e produrre uno scatto, una ripartenza, mentre l’esperienza del Governo Letta muove con fatica i primi passi. Le dimissioni di Bersani hanno messo a nudo le divisioni, la mancanza di lealtà e di generosità nel gruppo dirigente, mentre il nostro sostegno e la nostra partecipazione al governo con il Pdl e Scelta Civica hanno prodotto disorientamento, rabbia, dubbi tra i nostri elettori e militanti. A questi dubbi e a queste domande possiamo rispondere solo con dei risultati concreti, dimostrando che è per il bene del Paese – e in particolare delle fasce più deboli – che abbiamo accettato il rischio e la responsabilità di un governo con i nostri avversari politici.
Il Congresso dovrà essere un luogo di confronto sulle idee più che sulle persone, un momento di verità sul progetto e il profilo del Pd, un’occasione per ridefinire e rilanciare l’idea di una grande forza riformista di stampo europeo. Ma per compiere questo percorso democratico serve oggi – qui ed ora – un Pd in piedi, capace di iniziativa politica, mobilitazione, proposta. Ecco perché è indispensabile che dall’Assemblea di domani esca un messaggio di rassicurazione: sia che si scelga un Segretario “di garanzia” tra le personalità più in vista e sperimentate del nostro partito sia che si scelga una guida tra i dirigenti più giovani è importante che prevalga la ricerca di una figura capace di raccogliere un consenso ampio, di impegnare da subito il Pd nelle nuove e gravose responsabilità di questa straordinaria esperienza di governo, di promuovere un Congresso vero e di rilancio.