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I quattro passi per il Lavoro

25 Gennaio 2013

L'editoriale di Marina Sereni



Si apre oggi a Roma la Conferenza di Programma della CGIL sui temi del lavoro. E’ un appuntamento importante che obbligherà tutti a misurarsi con le proposte che scaturiranno da questa assemblea. A chi ci critica, dipingendo di noi la caricatura di un partito troppo condizionato dal sindacato, basterebbe rispondere facendo notare che molte delle proposte avanzate dalla Confindustria, da Rete Impresa Italia, da molti economisti si muovono nella direzione da noi indicata: di sola austerità si muore, senza crescita non c'e' neppure tenuta dei conti pubblici, il lavoro e' - accanto alla scuola - la priorità assoluta se si vuol guardare al futuro.

Per il PD il lavoro è stato sempre al centro della propria iniziativa politica e programmatica e lo è anche in questa campagna elettorale. Il tasso di disoccupazione reale in Italia è ormai prossimo al 12%  e per quanto riguarda i giovani  il 30% non trova lavoro. Queste cifre rappresentano da sole l’ingiustizia e la disperazione in cui vive una parte consistente del nostro Paese, abbandonata al proprio destino dalla Destra che ha governato l’Italia. Non è solo una questione di salario ma anche di dignità: il segretario nazionale del PD, Pier Luigi  Bersani, ha detto recentemente: “Con il lavoro ognuno di noi si conquista il diritto a contribuire al cambiamento del mondo…”. Ed è proprio così, il lavoro consente agli uomini e alle donne di condividere speranza e dignità.

Nel nostro programma è scritto con chiarezza quali debbono essere i quattro passi per il lavoro che dovrà fare un governo di centrosinistra:

1) Alleggerire il carico fiscale sulle imprese e sul lavoro, aumentando la lotta all'evasione e attingendo ai grandi patrimoni immobiliari.

2) Contrastare la precarietà, rovesciando le scelte della destra nell’ultimo decennio, che ha praticato la sciagurata idea di una competitività al ribasso del sistema produttivo.

3) Spezzare la spirale perversa tra bassa produttività e compressione dei salari e dei diritti, investendo invece su qualità e innovazione.

4) Inaugurare una serie di politiche fiscali a sostegno dell’occupazione femminile, soprattutto al sud, per aumentare e migliorare la presenza delle donne nel mondo del lavoro, contrastare la disparità di reddito e carriere, sradicare i pregiudizi sulle donne nel mondo delle professioni.

Non sarà un lavoro semplice, né lineare. Ma è la ricetta per cambiare l’Italia e renderla più giusta, sia nei diritti che nelle opportunità. Questo è l’impegno che il PD conferma in questa breve ma decisiva campagna elettorale che ci porterà al voto del 24 e 25 febbraio. Un voto per ripartire, per ridare fiducia, per l’Italia.

Marina Sereni

 

 


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