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E ora una bella campagna elettorale!

11 Gennaio 2013

L'editoriale di Marina Sereni


Aver concluso per primi il lavoro sulle liste ci da' il vantaggio di poter cominciare subito la campagna elettorale. Le primarie per i parlamentari hanno selezionato donne e uomini molto radicati nel territorio, mentre con i candidati scelti a livello nazionale abbiamo rafforzato le nostre liste con dirigenti e personalità esterne, con competenze ed esperienze diverse. Se ne ricava la fotografia di un partito che vuole fortemente rinnovare la politica e la rappresentanza, a cominciare da un massiccio ingresso di tante donne in parlamento, e che si prepara a misurarsi con le sfide del governo.

Le "anticipazioni" giornalistiche sui possibili Ministri di un governo del centrosinistra meritano un gesto scaramantico: le elezioni non sono già vinte! Noi siamo giustamente fiduciosi, abbiamo ragioni per ritenere le nostre proposte migliori e più convincenti di quelle degli altri schieramenti in lizza, sappiamo che tante persone in Italia chiedono un cambiamento rispetto al disastro della destra di Berlusconi e Maroni e pensiamo di essere l'unica forza politica nazionale in grado di incarnare seriamente una svolta e una stagione nuova. Ma in democrazia non si vince con i sondaggi, si vince con il consenso degli elettori e noi sappiamo che molti di essi decideranno durante la campagna elettorale se recarsi alle urne e per chi votare.  

In questi giorni le posizioni dei principali protagonisti politici si sono espresse attraverso le trasmissioni Tv. In particolare Monti e Berlusconi hanno utilizzato quotidianamente il mezzo televisivo per lanciare le loro più o meno credibili proposte programmatiche. Anche Bersani, più sobriamente, ha accettato alcuni inviti per spiegare ai cittadini lo spirito con cui ci accingiamo a fare questa campagna elettorale. Il confronto sull'IMU in particolare ha messo in luce la differenza tra chi fa promesse mirabolanti e chi, come noi, indica correttivi credibili e socialmente equi, tra chi scarica tutte le colpe sul governo Monti e chi invece cerca razionalmente di far capire come sono andate le cose in questo ultimo anno e perché e' stato necessario fare scelte per salvare il Paese dal fallimento finanziario.  

Mentre e' sempre più chiaro che la partita si giocherà tra la coalizione del centrosinistra guidata da Bersani e quella della destra di Berlusconi e Maroni, il presidente Monti va avanti nella riorganizzazione del campo del centro, mostrando non poche contraddizioni nella compilazione delle liste e nella definizione di un profilo politico-culturale univoco. Il fatto che accanto a politici di lungo corso come Casini e Fini si trovino esponenti della cosiddetta società civile e' senza dubbio interessante ma non mi sembra se ne ricavi il senso di una vera novità. L'aprire le liste a ex parlamentari Pdl e Pd, anziché rendere più convincente l'operazione, mi sembra contribuisca a renderla opaca e molto "elettorale". Ecco perché e' giusto incalzare le forze del centro sul merito dei programmi ma anche domandare  loro dove intendano collocarsi, con chi eventualmente ritengano di poter collaborare dopo il voto.

Se e' vero che la crisi finanziaria ha forse superato la sua punta peggiore la crisi economica e sociale durerà ancora piuttosto a lungo. L'Italia ce la farà se chi andrà al governo dopo le elezioni saprà motivare le forze del mondo del lavoro, del sapere, delle imprese, saprà mobilitare le risorse civiche diffuse. Davvero Monti pensa che si possa cambiare questo Paese contro i sindacati maggiori? Davvero crede che il conservatorismo sia li'? Davvero non vede le drammatiche diseguaglianze che bloccano questo Paese rendendolo anche poco competitivo? E davvero non vede differenze tra il Pd e il Pdl?

Chi auspica per l'Italia un governo stabile e una maggioranza ampia, capace di proseguire nella difficile azione di riforme strutturali necessarie per rilanciare la crescita, non può non vedere che il voto alle liste di Monti rischia di produrre l'effetto opposto. Siamo cioè di fronte ad un paradosso: che sia proprio Monti con le sue liste a creare il rischio di ingovernabilita'!

Bersani, il Pd e il centrosinistra sono in campo per dare risposte serie, le nostre idee sono frutto di un lavoro di lungo periodo in Parlamento e nel Paese, abbiamo l'ambizione di dare all'Italia stabilita' e riforme.

Ora la nostra mobilitazione deve ripartire dal territorio, dai luoghi di lavoro, dalle scuole, dalle città, dai servizi sanitari e sociali. Le radio e le tv, i social network, la rete sono indubbiamente strumenti potenti di comunicazione con gli elettori e le elettrici, ma nulla potrà sostituire il contatto diretto, la presenza capillare, il confronto con le ansie e le domande che i cittadini, a partire da quelli più in difficoltà, ci pongono. Se c'e' un insegnamento che ci viene dalle primarie di questi mesi e' che c'e' un modo solo per arginare l'antipolitica e il populismo ed e' quello di disporsi all'ascolto, di promuovere il protagonismo e la partecipazione dei cittadini e delle comunità. Una bella campagna elettorale e' dunque una delle condizioni per vincere e vincere bene.


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