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PD forza tranquilla e popolare per l'Italia giusta

04 Gennaio 2013

L'editoriale di Marina Sereni



La più frequente presenza televisiva del Presidente del Consiglio Monti, che va in parallelo con l'occupazione delle trasmissioni tv da parte dell'ex Premier Berlusconi, e' il riflesso mediatico di ciò che sta accadendo nel sistema politico italiano.
L'offerta politica per le prossime elezioni si va finalmente delineando.
Le aree che si contendono il voto degli Italiani saranno con ogni probabilità quattro. A destra il Pdl di Berlusconi con gran parte del gruppo dirigente originario di Forza Italia. Come questo schieramento si configurera' alle elezioni non e' ancora del tutto chiaro. La decisione di dare vita alla lista "Fratelli d'Italia" corrisponde sia all'esigenza di rispondere all'insofferenza di parlamentari e dirigenti come Meloni, Crosetto e molti exAn, per nulla entusiasti del rientro in gioco di Berlusconi, sia all'idea di costruire a tavolino un certo numero di liste che con il "Porcellum" possono essere funzionali alla raccolta di un consenso potenzialmente più ampio. Quanto al tentativo in atto di ricucire un'alleanza tra Pdl e Lega in cambio del sostegno alla candidatura di Maroni per le elezioni lombarde e' evidente che si fonda sull'ipotesi di una probabile sconfitta nazionale.   
Al centro, dopo la decisione di Monti di entrare in politica, e' in atto una riorganizzazione che sembra produrrà una lista unica al Senato e liste distinte alla Camera.  L'esperienza di questo ultimo anno ha dimostrato che il risanamento senza crescita aumenta le diseguaglianze e, alla lunga, rende fragile anche la tenuta dei conti pubblici. A questo nodo cruciale la cosiddetta Agenda Monti, che indica più i problemi da risolvere che non le soluzioni, non da' a nostro avviso una risposta convincente. Su questo terreno abbiamo il diritto, e direi il dovere, di competere con Monti sulle idee e sulle personalità che mettiamo in campo. Il risultato delle primarie per i parlamentari ha premiato quei dirigenti che hanno saputo interloquire con il disagio sociale. Sarebbe ben strano il contrario, per un partito progressista dentro una crisi sociale senza precedenti! Al tempo stesso la candidatura di personalità come Carlo Dell'Aringa, cui nei prossimi giorni se ne aggiungeranno certamente altre, da' il segno della capacità del Pd di unire sensibilità e competenze diverse in un progetto di cambiamento moderno, innovativo, solidale.
Non e' negativo che nel campo moderato si organizzi una forza non populista che ambisce a rappresentare in Italia il Ppe ma le contraddizioni di questo processo sono evidenti. Nonostante l'occhio benevolo di molti commentatori, della Chiesa e di altri mondi influenti e' del tutto ingiustificato il tentativo di dipingere lo schieramento che Monti, Casini, Fini, Montezemolo stanno costruendo come la novità risolutiva per la politica italiana.
La terza area che si presenterà alle prossime elezioni e' quella dell'antagonismo. Un campo che vede da un lato il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e dall'altro la coalizione che si va componendo attorno a Ingroia con l'Idv, i verdi, le varie formazioni comuniste. Partiti o movimenti personali, assai poco in discontinuità con la stagione del populismo e la demagogia da cui il nostro Paese ha assolutamente urgenza di uscire.  
Infine ci siamo noi, il centrosinistra che Bersani guiderà al voto sulla base di un patto politico-programmatico molto chiaro, esigibile, rafforzato dalla sua limpida vittoria nelle primarie. La nostra alleanza con Sel, con il Psi e con il Centro Democratico di Tabacci, non nasce dalle macerie della Seconda Repubblica e neppure dall'idea di unire tutti contro Berlusconi. Nasce invece da un percorso serio di anni, in cui abbiamo fatto l'opposizione ad una destra inaffidabile e populista e in cui abbiamo ricostruito pazientemente un radicamento sociale e politico occupandoci di lavoro, di impresa, di ambiente, di diritti civili... Il nostro sostegno al Governo di Monti  e' stato parte di un disegno politico coerente. In un momento di emergenza abbiamo anteposto l'interesse generale del Paese perché noi siamo una grande forza di governo, popolare e tranquilla, riformatrice e progressista. Sbaglia Monti a cercare di cucirci addosso un vestito che non e' il nostro, sbaglierebbe il Pd se accettasse di farsi rinchiudere in un recinto a sinistra più ristretto del nostro spazio politico naturale. Le primarie per scegliere il candidato premier e poi quelle per i parlamentari hanno dato la prova di un partito vero, vitale, plurale e unito. Cosi' come fu con Franceschini dopo il Congresso, ieri Bersani e Renzi hanno mandato un messaggio di unita' importante. E la scelta delle candidature, dei capilista, delle personalità esterne completerà il quadro dimostrando che il Pd e il centrosinistra hanno idee, uomini e donne all'altezza della sfida del governo e del cambiamento necessario.

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