Il peso della crisi e' gravoso, forse la fase più acuta e' passata ma l'impatto sociale e' ancora durissimo soprattutto sui ceti più deboli e non possiamo certo dire che siamo fuori.
Il secondo regalo che chiederemmo e' che il Pd e il centrosinistra completino con successo il percorso per prepararsi al voto. Ci aspetta ancora un passaggio complesso: il 29 o il 30 dicembre gli elettori del centrosinistra avranno la possibilità di scegliere con le primarie i candidati e le candidate al Parlamento. Il meccanismo e' davvero difficile e i tempi strettissimi. I volontari che stanno organizzando i seggi sono comprensibilmente stanchi per i susseguirsi di scadenze cosi' impegnative e forse persino gli elettori e le elettrici non si aspettavano in tempi cosi' brevi una tale "scorpacciata" di partecipazione democratica. Ecco perché vorrei trovare sotto l'albero un bel risultato delle primarie che terremo tra Natale e Capodanno, una bella partecipazione, un confronto sereno, l'emergere di candidature radicate nel territorio accanto alle competenze e alle esperienze di cui avremo bisogno per vincere e per governare.
Infine, caro Babbo Natale, vorremmo ricevere un ultimo grande regalo: una confronto elettorale normale, sui problemi del Paese e sulle risposte da dare. Una competizione tra progressisti e conservatori, tra chi pensa che si debba chiedere di più a chi ha di più, e chi vorrebbe far pagare il prezzo della crisi globale al 99% dei cittadini, tra chi pensa che l'Italia possa salvarsi indebolendo l'Europa e chi invece si batte per un'Europa più forte, tra chi vuole affermare una nuova idea della crescita, fondata su valori di solidarietà, eguaglianza, sobrieta', sostenibilità, e chi continua a difendere un modello basato sul mercato senza regole e senza limiti. In una campagna elettorale cosi' il Pd e il centrosinistra hanno grandi possibilità di vincere e di raccogliere la sfida del cambiamento. L'Italia ha bisogno di tante riforme, di stabilita', di affidabilità. Il governo tecnico ha dimostrato che senza la sensibilità politica, senza il consenso sociale, non si può davvero rendere questo Paese più moderno e più giusto. E' esattamente questa l'ambizione che il Pd e la coalizione dei progressisti si sono proposti. Le resistenze conservatrici, le rendite di posizione, le ingiustizie hanno il sopravvento se chi governa non ha un ancoraggio forte alla realtà e un ampio consenso tra gli elettori. E, con tutto il rispetto per il processo aperto tra le forze di centro attorno alla figura del Presidente Monti con le quali continueremo a dialogare, sentiamo di essere gli unici ad avere la solidità per affrontare la sfida delle riforme necessarie all'Italia e all'Europa.