L'editoriale di Marina Sereni
Non so se Berlusconi volesse davvero aprire questa discussione sul ruolo di Monti e sulla guida del campo conservatore. Sta di fatto che il dibattito si e' aperto e credo interpelli anche il Pd.
Andiamo in ordine. Qualcuno ritiene offensivo che esponenti europei di varia ispirazione politica e culturale abbiano espresso preoccupazione e allarme per l'ipotesi di un ritorno di Berlusconi. E perché mai? Chi crede nell'Europa, nella necessita' di una più forte integrazione politica non può non sapere che siamo già oggi legati ad un destino comune. La crisi ha accentuato gli elementi di interdipendenza tra gli Stati membri dell'Unione e se un grande Paese come l'Italia tornasse ad essere guidato da un leader populista e irresponsabile come Berlusconi ne pagherebbe le conseguenze tutta l'Europa.
La decisione del Pdl di togliere la fiducia al Governo Monti ha portato in luce una contraddizione tra il richiamo al Ppe e la ricorrente tentazione di Berlusconi a cavalcare argomenti antieuropei, tutt'altro che moderati e responsabili.
Cosa accadrà ora nel campo conservatore? Se si separassero l'anima populista da quella moderata e europeista non sarebbe un male per la qualità dell'offerta politica. Sarebbe un contributo positivo per la conclusione della lunga e deleteria stagione del berlusconismo. Altro e' spingere Monti, come molti fanno, a guidare lo schieramento conservatore chiedendogli di presentarsi come il vero "avversario" del centrosinistra guidato da Bersani.
Per quale motivo, e con quali argomenti, Monti dovrebbe spiegare agli Italiani di voler sconfiggere i Democratici? Ancora ieri alla Camera il Pd, insieme all'Udc, ha votato la fiducia al Governo sul Decreto Sviluppo, mentre il Pdl si asteneva. Sarebbe ben strano se, dopo aver compiuto insieme un tratto di strada difficilissimo, ora Monti dovesse "scendere in campo" contro di noi. Vale ovviamente anche il contrario e questo per il Pd, per Areadem e per Bersani, mi sembra sia stato chiaro sin dall'inizio di questa esperienza di governo tecnico. Noi abbiamo riorganizzato il campo dei progressisti, abbiamo presentato una piattaforma programmatica e una proposta politica coerente: crediamo che l'agenda del prossimo Governo non possa prescindere dalle scelte operate da Monti ma che essa debba dare una priorità maggiore all'equità, al lavoro e alla crescita. E proprio perché siamo consapevoli delle sfide che ci attendono dopo il voto abbiamo detto - da molto tempo - che siamo favorevoli e disponibili ad un dialogo e ad un patto per le riforme con forze moderate, costituzionali ed europeiste.
Ci candidiamo come centrosinistra a guidare il Paese, riteniamo di avere le proposte e le persone per farlo. Siamo parte del campo progressista e democratico europeo e ci battiamo per una Europa più autorevole politicamente e più attenta alle ragioni della solidarietà e dello sviluppo. Non crediamo sia Monti l'avversario da battere ma il populismo e l'irresponsabilità' di chi ha portato l'Italia sull'orlo del baratro. Chi pensa oggi con una operazione di mascheramento di poter confondere le carte in tavola e rilanciare anatemi e pregiudiziali contro la sinistra vuole solo coprire le colpe e i fallimenti della destra italiana.
P.S. Avendo preso atto della impossibilita' di cambiare la legge elettorale il Pd ha mantenuto l'impegno a promuovere un appuntamento di partecipazione per scegliere i candidati e le candidate al parlamento. Tempi strettissimi, procedure complesse, obiettivo ambizioso: fare liste rappresentative dei territori, con molte competenze, con sensibilità ed esperienze diverse, con molte donne. Servono organizzazione ed equilibrio politico, capacita' di vedere le tante risorse di cui il Pd dispone. Così anche le primarie per i parlamentari saranno un modo per avvicinare il risultato positivo alle elezioni.