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Dopo la destra di Berlusconi tocca a noi con Bersani

26 Ottobre 2012

L'editoriale di Marina Sereni


Parigi, 26 ott - (Figaro) - Silvio Berlusconi ha rinunciato ufficialmente a ripresentare la sua candidatura a capo del governo italiano, in occasione delle politiche del 2013. Negli ambienti cattolici la popolarità dell'ex primo ministro, dimessosi nel novembre 2011, è stata compromessa dagli scandali sessuali, in particolare il cosiddetto Rubygate, che lo vede imputato in un processo in corso a Milano per induzione alla prostituzione minorile.

Londra, 26 ott - (Financial Times) - Editoriale. Gli addii sono spesso tristi, ma pochi verseranno lacrime per la decisione di Silvio Berlusconi di non ricandidarsi alla guida del governo italiano. I consensi in caduta hanno finalmente convinto il settantaseienne plutocrate a riconsiderare l'ipotesi di un ritorno politico. Dopo due decenni di inazione, spettacolo e scandalo, il Cavaliere ha perso il suo tocco magico.

Berlino, 26 ott - (Spiegel) - Italia, la carriera politica di Berlusconi è alla fine dei suoi giorni: non ci sarà alcun ritorno, il suo partito sta cadendo a pezzi insieme al suo splendore. Ciononostante il Cavaliere tenta un'altra volta di raccogliere i fedelissimi per affrontare i suoi problemi con la giustizia: Berlusconi rischia infatti di essere condannato per abuso d'ufficio nel "processo Ruby". La sua era caratterizzata da processi e scandali per corruzione, orge e contatti con la mafia e la sua politica basata sulla depenalizzazione dell'evasione fiscale e sul lavoro in nero è ormai al tramonto.

Così alcuni dei principali giornali europei danno conto dell'annuncio di Silvio Berlusconi di non ricandidarsi per Palazzo Chigi e di promuovere le primarie per una nuova leadership (nel Pdl? in una coalizione di centro-destra? in una nuova formazione politica?). In Italia molti sottolineano, credo a ragione, che non siamo di fronte ad una vera uscita di scena, che Berlusconi continuerà ad esercitare un'influenza pesante sui giovani a cui dice di voler lasciare il testimone. Chiunque abbia raffrontato i due video, quello della "scesa in campo" e quello del "passo indietro", avrà tuttavia notato l'impietoso peso degli anni, la fine di quel "tocco magico" che ha consentito al Cavaliere di segnare in profondità, molto oltre i confini della destra, l'intero sistema politico italiano. Gli interrogativi e i punti di incertezza su cosa accadrà ora nel campo conservatore sono indubbiamente molto più numerosi dei punti fermi e trovo abbastanza ozioso soffermarsi su ipotesi ancora poco prevedibili.

Personalmente non sono convinta che la mossa di Berlusconi sia sufficiente a riorganizzare in tempi brevi un'offerta politica convincente per gli elettori di centro-destra. Tuttavia siamo di fronte ad una novità che può mettere in movimento varie forze e ciò richiede da parte del Pd un'iniziativa politica consapevole, una interlocuzione con quelle aree di centro e moderate che, a partite dalla cosiddetta agenda Monti ma soprattutto dalle riforme necessarie all'Italia dopo il 2013, possono trovare molti punti in comune con un campo riformista riorganizzato e coeso.

Con buona pace di chi vorrebbe un Pd arroccato e schiacciato a sinistra l'unica proposta per ora in campo, con un contorno comprensibile e impegnativo per il futuro, e' proprio quella della Carta d'intenti dell'alleanza dei Democratici e dei Progressisti. E dovrebbe essere da tutti riconosciuto che siamo arrivati qui per la guida di Bersani, per la sua capacita' di tenere unito il Pd, per aver avuto il coraggio e la responsabilita’ di sostenere Monti, per aver saputo contemporaneamente sia ricostruire una coalizione progressista sia creare le condizioni per un patto di legislatura con forze del centro moderato, costituzionale, europeista interessate come noi a contrastare il populismo e l'antipolitica. Non credo si possa negare che il contributo che AreaDem ha portato alla linea e al profilo del Pd sia stato importante e utile per arrivare fin qui tutti insieme.

Per chi vuole lasciarsi alle spalle, insieme a Berlusconi, anche il "berlusconismo", una concezione della politica fatta di molti lustrini, di promesse vuote, di demagogia e populismo senza riforme, dovrebbe essere determinante il giudizio su ciò che abbiamo fatto e stiamo proponendo dentro questa difficile crisi.

Ultimo in ordine di tempo il nostro impegno per la Legge di Stabilita': il nostro ragionamento e' stato chiaro, come testimonia la relazione dell'On. Pier Paolo Baretta che trovate in questa newsletter. L'incontro tra Bersani e Monti ha aperto la strada a modifiche di sostanza sulle quali lavoreremo in Commissione nelle prossime ore e che vanno nella direzione che auspicavamo. Piuttosto che farci trascinare in astratte polemiche su Monti e il dopo Monti, noi stiamo facendo le nostre battaglie per l'equita’, per il lavoro, per la scuola.

Infine una battuta sulle primarie. Ora che i candidati hanno depositato le firme siamo alla apertura ufficiale della campagna. Insieme a Pier Luigi Bersani ci saranno Matteo Renzi, Laura Puppato, Bruno Tabacci e Nichi Vendola. Se davvero vogliamo fare delle primarie un momento di virtuosa partecipazione democratica dei cittadini, se vogliamo salvaguardare lo strumento delle primarie, che non a caso anche a destra viene ora evocato, dobbiamo fare ogni sforzo per rendere la competizione leale e non rissosa. Le polemiche sulle regole di queste ultime giornate non sono piaciute ai nostri elettori, e nemmeno ai militanti e ai volontari che devono mettersi in moto per organizzare al meglio i luoghi in cui ci si potrà registrare dal 4 novembre e i seggi per il 25. Non e' un gioco, ne' uno spettacolo televisivo. E' un grande esercizio di democrazia e di partecipazione da cui vogliamo e possiamo ricavare la forza per vincere le elezioni e governare il Paese. Nessuno lo dimentichi. 


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