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Vertice con Monti: riformare si può

16 Marzo 2012

 

L'editoriale di Marina Sereni

 

L'esito del vertice tra il Presidente Monti e i segretari dei partiti che sostengono il Governo e' stato positivo, smentendo le previsioni (piuttosto i desideri) di quegli esponenti della Lega che avevano pronosticato rotture e tensioni. Su lavoro e giustizia si sono definiti obiettivi e linee di intervento condivise, mentre sulla Rai le posizioni restano distanti e serviranno altri momenti di confronto. Alfano ha dovuto riconoscere che non ci sono argomenti di cui e' vietato discutere e occuparsi, e, in particolare, che la giustizia e' a pieno titolo materia dell'azione del Governo. Al Pd e' stato chiesto, in cambio di un intervento davvero significativo sul fronte della lotta alla corruzione, vera e propria emergenza economica e democratica, di affrontare anche i nodi delle intercettazioni e della responsabilità civile dei giudici, correggendo comunque la brutta norma approvata con voto segreto alla Camera nel corso dell'esame della Legge comunitaria. Nelle prossime settimane i gruppi parlamentari insieme al Ministro Severino dovranno misurarsi con questi provvedimenti e verificare se, come e' sembrato nel colloquio tra i leaders, ci sono davvero le condizioni per risolvere finalmente questioni che sono state molto a lungo oggetto di una contrapposizione frontale tra i due schieramenti. Se così fosse, ma e' troppo presto per dirlo, sarebbe il segno che e' cominciata la "deberlusconizzazione" del Paese, e della politica italiana, che il Governo Monti sta dando un contributo a rendere più costruttivo il confronto tra partiti che sono e restano alternativi ma che possono trovare punti di equilibrio sulle regole, sul funzionamento della giustizia, sul rispetto dei principi costituzionali.

Sul lavoro credo sia giusto rivendicare intanto un nostro risultato, sul metodo prima ancora che nel merito. Per tutti, partiti e Governo, il raggiungimento di un accordo con e tra le parti sociali e' divenuto oggi un obiettivo essenziale. Sono stati messi a tacere i "falchi", sono stati sconfitti coloro che prevedevano, o forse auspicavano, una lacerazione all'interno del sindacato e l'isolamento della Cgil, e' cominciato ad essere chiaro che l'intesa e' un valore in se' e la divisione e' un dis-valore in se'. La gravita' della crisi economica e sociale richiede il massimo di coesione e un'assunzione di responsabilità molto alta da parte di tutti i soggetti coinvolti. Anche per dare una risposta a quanti teorizzano che il "governo dei tecnici" possa fare a meno della mediazione dei partiti e dei corpi intermedi.
Il secondo punto ormai evidente e' che il cuore della riforma del mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali non e' l'articolo 18 e che i punti in discussione confermano il principio, per noi irrinunciabile, del divieto di licenziamento per motivi discriminatori. Tuttavia restano ancora non risolti alcuni nodi importanti, primi fra tutti quello relativo alla platea dei destinatari del nuovo sistema degli ammortizzatori sociali - che ad oggi rischia di non includere a sufficienza i giovani precari con lavori atipici - e quello riguardante le risorse aggiuntive disponibili. Tema questo che ha una grande rilevanza, sia per quanto riguarda la tutela dei lavoratori finora scoperti sia per portare a soluzione, nell'emergenza in corso, il problema degli esodati. Sarebbe sbagliato dunque oggi abbandonarci ad un eccesso di ottimismo: come sempre in questi casi il "diavolo e' nei dettagli" ed e' necessario che il Governo tenga conto delle nostre osservazioni e lavori ancora al tavolo con le parti per risolvere le principali criticità.

Infine sulla Rai il confronto non ha dato fin qui nessun risultato apprezzabile. Il Pdl, e in questo caso anche il Terzo Polo, ritengono necessario procedere con la Legge Gasparri al rinnovo del Consiglio di Amministrazione, il Pd ha posto da tempo l'esigenza di un cambiamento radicale nella governance, per liberare la Rai dal peso dei partiti e per avere un modello gestionale che premi qualità, efficienza e merito. Su questo punto il Presidente Monti aveva anticipato, in una popolare trasmissione televisiva, la volontà di introdurre innovazioni. E' una materia rilevante in se', e che per di più allude al peso e al condizionamento che Berlusconi ha esercitato per una lunga stagione nella sua doppia veste di Presidente del Consiglio e di imprenditore primario del settore dell'informazione. Dopo l'incontro di ieri sera il Presidente Monti deve decidere se e come e' possibile dimostrare anche su questo terreno che sta iniziando una stagione nuova.

 


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