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Fassino: Agli ucraini diciamo che non sono soli

15 Marzo 2022

Intervento alla Camera dei Deputati.




Sono molteplici i tentativi di ottenere una tregua per fermare la guerra e aprire negoziati per una soluzione di pace. Ma Putin continua la sua folle avventura. Agli ucraini diciamo che non sono soli e che l'Italia è al loro fianco. Video dell’intervento

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Testo dell’intervento di Piero Fassino alla Camera dei Deputati:

Presidente, vorrei chiarire un aspetto. È evidente che tutti siamo favorevoli a far tacere le armi e riaprire una strada al negoziato, però la possibilità di aprire una strada al negoziato sta anche nella possibilità degli ucraini di resistere, perché se invece gli ucraini non sono in grado di opporre alcuna resistenza e Putin nel giro di qualche giorno occupa tutta l'Ucraina non c'è negoziato che tenga.
Questo bisogna averlo chiaro, oltre al fatto che - lo ricordo al collega Fratoianni - di tentativi di aprire negoziati se ne sono fatti tantissimi in queste settimane, anche negli ultimi giorni: Erdogan, Bennett, Macron, Scholz, Guterres e il Papa e via via la risposta della Russia fin qui è stata sempre quella di sottrarsi a questa richiesta e a queste sollecitazioni. Anche gli incontri diretti in corso tra ucraini e russi per ora non sono andati al di là di un accordo, peraltro molto precario, sui corridoi umanitari; è importante, ma questo è stato discusso, nulla più. Naturalmente ci auguriamo che, se questi colloqui continuano, si arrivi a determinazioni ulteriori e a riaprire un percorso negoziale, su questo non c'è il minimo dubbio. Però, c'è una relazione tra la capacità di resistenza dell'Ucraina all'offensiva russa e la possibilità di riaprire uno spazio negoziale; sennò, uno spazio negoziale, da solo, senza questa relazione con la capacità di difesa ucraina non c'è.
Oltre a tutte queste considerazioni, vorrei ricordare che le città ucraine sono sotto bombardamento, sotto assedio, in un'offensiva terribile; e noi gli diciamo: lasciamo stare perché… Ho addirittura ascoltato, in precedenza, una parola che mi ha agghiacciato: tanto la situazione è compromessa, come dire? Facciamo finta che non è successo niente, gli ucraini si arrendano, lascino tutto, consegnino il Paese a Putin. Ma possiamo ragionevolmente sostenere questo? Collega Cabras lei quelle cose le ha dette forse nel colloquio che abbiamo avuto con la Commissione esteri dell'Ucraina, prima che ci fosse la guerra. Io la inviterei a dire queste cose adesso; se vuole, io domani le combino l'incontro con la Commissione esteri dell'Ucraina e vediamo cosa rispondono gli ucraini a queste sue tesi. Bisogna rendersi conto anche di qual è la situazione.



Grazie, Presidente. Io credo che dobbiamo cercare di essere sinceri fra noi. C'è una guerra in corso, con uno Stato aggressore e uno Stato aggredito.
Noi non possiamo cavarcela, dicendo che, in nome della pace siamo equidistanti o siamo neutrali e men che meno possiamo dire “sì, ma abbiamo adottato delle sanzioni, sono sufficienti,” perché le sanzioni penalizzano l'economia, ma le sanzioni non impediscono i bombardamenti, non impediscono il lancio dei missili e non impediscono le pallottole! E se l'Ucraina chiede di essere aiutata a difendersi, la devi aiutare, mettendo a disposizione dell'Ucraina gli stessi strumenti con cui può difendersi da chi con quegli strumenti la sta offendendo.
Infine, vorrei ricordare che l'articolo 11 della Costituzione, come ha già ricordato il collega Ungaro, recita: “L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa (…)” e “di risoluzione delle controversie (…)”, esattamente la guerra che sta facendo Putin, che sta offendendo cioè aggredendo l'Ucraina e vuole risolvere il contenzioso con l'Ucraina con la forza.
Noi saremmo contro la Costituzione se aiutassimo la Russia, ma non siamo contro la Costituzione se difendiamo un Paese aggredito!

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Video dell'intervista del Tg2Post a Piero Fassino

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