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Zanda: E’ meglio se il leader dei 5 Stelle siede in Parlamento. L`alleanza? Necessaria - Intervista del Corriere della Sera

09 Dicembre 2021



di Maria Teresa Meli

Senatore Zanda, Conte non si candida.

«Non entro nel merito delle sue motivazioni, che non conosco, ma che ovviamente rispetto, vorrei però sottolineare che siamo in una democrazia parlamentare ed è sempre meglio che il leader di un grande partito sieda in Parlamento».

La polemica con Calenda e Renzi dimostra che non c`è il campo largo?

«Il nostro Parlamento purtroppo è frantumato e a tutti, alla sinistra come alla destra, per vincere serve allearsi. Questo vale per il Pd così come vale per Calenda e Renzi, a meno che loro non vogliano fare solo testimonianza politica. In questa legislatura senza il M5S non sarebbe stato possibile fare alcun un governo. E aggiungo che non sarebbe leale non considerare che oggi i 5 Stelle sono diventati europeisti e atlantisti. Quindi Letta, che con intelligenza politica cerca di costruire larghe alleanze, ha ragione. Poi se qualche partito rifiuta l`intesa e vuole andare al voto da solo o con la destra, bisognerà prenderne atto».

Poi c`è il Quirinale.

«L`elezione del prossimo presidente sarà molto complicata per la frantumazione del Parlamento, per le divisioni interne di molti partiti e anche perché il dibattito è iniziato troppo presto. Non bisognerebbe discutere sui nomi con tanto anticipo, non per prudenza tattica ma perché discutere oggi sui nomi serve solo a esporre personalità che non lo meritano al rischio di essere bruciate. Ora bisognerebbe limitarsi a parlare del profilo del prossimo presidente: delineato quel profilo, la rosa si restringerà».

Berlusconi si candiderà?

«Finora la sua candidatura non è ufficiale però non è stata mai smentita, quindi penso che da parte sua ci sia una reale intenzione e non si tratti solo di voci».

Secondo Conte Berlusconi ha fatto delle buone cose.

«Berlusconi ha creato il pluralismo televisivo, con lui siamo passati da una sola tv pubblica a una competizione tra tv pubbliche e private. Come governante, non voglio giudicarlo: io sono sempre stato all`opposizione».

Questo Parlamento farà la riforma elettorale?

«Dopo le elezioni del presidente la continuità della legislatura sarà in mano alle forze politiche e alla loro capacità di formare una maggioranza. Mi auguro che questa strada sia percorribile. E se sarà così penso che tutte le forze politiche comprenderanno che è nel loro interesse una nuova legge elettorale. Io sono favorevole ai sistemi maggioritari, ma sono molto freddo rispetto ai maggioritari di coalizione, soprattutto in Italia, dove le coalizioni che si presentano al voto non è detto durino tutta la legislatura. Perciò sarei molto più favorevole a un proporzionale con uno sbarramento almeno al 5 per cento».

Che pensa dello sciopero generale?

«Difendere chi lavora è il primo compito dei sindacati ma noi viviamo in una società complessa e in un tempo di gravi crisi e quindi è molto importante che i sindacati sappiano anche difendere l`unità sindacale, che è la loro forza, e rappresentare non solo gli interessi dei lavoratori ma anche quelli generali del Paese. Oggi è sbagliato indire uno sciopero generale contro il governo Draghi e contro una manovra scritta in condizioni di ristrettezze del bilancio pubblico ma che, nonostante questo, mostra una grande attenzione ai problemi sociali».

Come vede l`attuale contesto europeo?

«Al confine dell’Ucraina c`è uno schieramento molto consistente di armate russe, ai confini della Polonia c`è una pressione violenta della Bielorussia, il Mediterraneo è pattugliato dalle flotte russa e turca, in questa situazione l`Europa è obbligata a fare un passo avanti in direzione della sua unità politica. L`Europa economica si è molto rafforzata ma l`unione politica è in stallo: è per questo che all`Europa mancano vere politiche estera e di difesa».


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