"Le vicende delle ultime settimane dimostrano quanto sia importante in politica il fattore umano. Aggiungo che senza la spericolatezza e l'imprevedibilità di Calenda, il Partito democratico sarà più attrattivo". Così al Riformista il senatore dem Luigi ZANDA, per il quale "spesso le coalizioni valgono molto meno della somma del partiti che le compongono. Dipende dallo spirito comune che riescono ad esprimere. E Calenda è incapace di stare insieme agli altri. Anche lui, come Renzi, è prigioniero del suo 'io'. E tutti i suoi ragionamenti politici tornano sempre a se stesso: io, io, io. Stiamo al fatti: si è fatto eleggere dal Pd e subito dopo lo ha combattuto. E adesso lascia Emma Bonino per mettersi con Renzi. È tutto dire. Il Pd senza Calenda resta quello che era prima. Le sfide che il Partito democratico ha davanti a sé per il 25 settembre sono ben altre". Innanzitutto "Battere il trio Meloni-Salvini-Berlusconi, e andare in Parlamento con la forza del primo partito".