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Pinotti: ricapitalizzazione e sinergie produttive con lo Stato per Ansaldo

04 Agosto 2022

"L'Ansaldo Energia è una eccellenza industriale italiana, saldamente radicata nel tessuto sociale ed economico di Genova, con uno dei pochi grandi stabilimenti ancora esistenti nel territorio cittadino, ora amministrata da Cassa Depositi e Prestiti all'88%, che opere nel settore degli impianti energetici. Conta circa 2400 dipendenti diretti e migliaia di lavoratori che operano nell'indotto. Si tratta di una realtà che sta vivendo una grossa difficoltà, evidenziata dalla grande mobilitazione di lavoratori e sindacati. La crisi energetica dovuta alla guerra provocata dalla invasione russa dell'Ucraina ha avuto conseguenze molto forti sul core business dell'Ansaldo. Ad esempio la propensione alla trasformazione delle centrali a carbone in centrali a gas, in alcune realtà italiane, è venuta rallentando e il costo delle materie prime è molto aumentato. Nel 2021 Ansaldo energia aveva registrato un utile di 32 milioni. Purtroppo Ansaldo ha fatto sapere di non poter raggiungere gli obiettivi economici previsti per il 2022 e di non poter realizzare il proprio piano industriale. Ansaldo aveva provveduto già a diversificare la propria produzione, in particolare verso il settore della transizione energetica che anche la Ue sta promuovendo. Cos fare per ovviare alla perdita di capacità produttiva e al rischio di perdita di posti di lavoro di un brand, quello di Ansaldo, che nel panorama economico Italiano e genovese ha un posto importante? Cassa Depositi e Prestiti è l'azionista di maggioranza ed ovviamente c'è bisogno di una ricapitalizzazione, ma anche di rivedere un piano industriale tarato per uno scenario che non c'è più.Certo lo devono fare i manager preposti ma questa è una situazione in cui una sinergia con lo Stato può essere utile. Ad esempio di turbine hanno bisogno molte aziende italiane e queste necessità possono aiutare il management a orientare in modo diverso il piano industriale. Insomma dobbiamo fare in modo che Ansaldo energia continui la sua produzione. Nei primi anni 2000 si discusse se chiudere a Genova lo stabilimento storico di Fincantieri. Ci fu una mobilitazione enorme che impedì questa scelta. Ma sopratutto la legge navale che prevedeva importanti commesse per la Marina militare, che doveva dismettere parte della propria flotta, permise a Fincantieri di produrre navi militari anche nei cantieri, non solo genovesi, che producevano navi civili. Questo permise a Fincantieri di avere risorse certe per un piano industriale che nel medio termine ha permesso all'azienda di riprendersi. Certo le situazioni di Ansaldo e Fincantieri sono diverse ma bisognerà trovare soluzioni creative per non disperdere una produzione importante per Genova e per l'Italia in un momento in cui la produzione di energia è settore decisivo di ogni economia". Così la senatrice del Pd Roberta Pinotti è intervenuta oggi in aula a a Palazzo Madama sulla crisi di Ansaldo Energia.


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