Articolo di Alberto Losacco*
In queste ore così buie ci sono gesti che alimentano la fiammella della speranza, ricordandoci che la guerra non è un destino ineluttabile ma soltanto la più ottusa e innaturale stortura delle cose umane. Sono il gesto di Papa Francesco, un uomo anziano e claudicante che si trascina a casa dell’aggressore a chiedere pace. Francesco sa, come ha efficacemente osservato Marco Iasevoli, che «se prevale l’orgoglio, la pace è impossibile. Nessun leader mondiale ha sinora compiuto un gesto umano, culturale e politico di pari livello», mentre una certa politica si limita a contare i chilometri cubi di gas o la percentuale di Pil degli scambi commerciali. Chi usa questi criteri non può aiutare nessuno, intercedere per nessuno, tantomeno per il più debole, mentre il cattolicesimo con questo Papa si spinge ancora una volta laddove sussiste una possibilità di pace.
Sono la liturgia celebrata assieme da cattolici e ortodossi davanti le spoglie di San Nicola, a riprova di un’amicizia cresciuta attorno alla comune devozione per il Santo che passerà sempre dai valori della pacifica convivenza tra i popoli. Sono, ancora oggi, nelle bellissime parole che con spirito da vero cattolico democratico, David Sassoli usò dopo essere stato inserito nella black list del regime russo per aver denunciato e combattuto la carcerazione ai danni del principale oppositore di Putin: «Le minacce non ci zittiranno. Non c'è grandezza dove non c'è verità». Continuiamo quindi a seminare, cercando il dialogo, organizzando la solidarietà, unendo sempre più l’Europa e la comunità internazionale che ha vissuto con sgomento l’invasione dell’Ucraina.
*Pres. Accademia Cittadella Nicolaiana
Scarica l’articolo in PDF