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Criptovalute: è urgente una regolamentazione - di Nicola Corea*

25 Gennaio 2022



Il 2021 è stato l'anno in cui l'adozione delle criptovalute è realmente decollata a livello globale. Tra la fine del 2019 e la metà del 2021 l'utilizzo di valute digitali è aumentato di 25 volte, con un'esplosione decisa a partire da gennaio 2021. La crescita registrata nei primi sei mesi di quest'anno, infatti, già supera di 1,5 volte il ritmo fenomenale registrato nel 2020.

Nei Paesi in via di sviluppo con una scarsa diffusione di infrastrutture bancarie e finanziarie gli utenti stanno utilizzando le valute digitali come un surrogato dei conti di deposito. Spesso l'utilizzo di criptovalute e stablecoins rappresenta in questi Paesi l'unica maniera per trasferire valuta da e per l'estero a costi accessibili e senza incorrere in severe limitazioni da parte delle autorità monetarie.

In casi estremi come quello del Venezuela o dell'Argentina inoltre le valute digitali consentono di proteggere - per quanto in maniera rischiosa ed imperfetta - il valore del risparmio dagli elevatissimi tassi di inflazione e svalutazione della divisa domestica, nel momento in cui l'accesso ai dollari risulta precluso dalle norme in vigore.

In molte economie emergenti, caratterizzate da questo utilizzo peculiare delle valute digitali, si tende ad osservare un approccio molto rigido da parte dei legislatori, orientati ad estendere ai nuovi strumenti i regimi di controllo dei movimenti di capitali. Al contrario, nelle economie avanzate, si osserva una rapida integrazione delle valute digitali all'interno del corpus normativo esistente.

I regolatori delle economie avanzate, che si erano concentrati sull'inquadramento normativo del sistema delle grandi exchanges simili a Coinbase, stanno rapidamente riorientando il focus sul tema della finanza decentralizzata.

In particolare le authority dell'Unione europea e del Canada hanno evidenziato il nodo centrale dei cosiddetti wallets proprietari, fino ad ora trascurato dalle regolamentazioni in vigore.

In tutto il mondo stanno proliferando iniziative di regolamentazione tese a creare un ambiente ordinato per lo sviluppo dei mercati cripto: Ucraina, Brasile, Cuba e, a breve, Paraguay e Panama. Il rischio è che si proceda in ordine sparso e senza una prospettiva di insieme, in un settore dove è estremamente semplice l'arbitraggio regolamentare di divieti ed interpretazioni divergenti.

In questa fase occorrerebbe favorire il più possibile un coordinamento delle varie authority intorno a principi e procedure condivise: l’Ue ha scelto il percorso più corretto attraverso lo sviluppo della Markets in Crypto-Assets (MiCA) Regulation, ma come sempre il ritmo appare troppo lento rispetto alla velocità di sviluppo dell'economia digitale.

 

* Avvocato – Foro di Catanzaro


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