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Droghe leggere: i vantaggi della legalizzazione - di Nicola Corea*

22 Settembre 2021



Disabili: fondamentale garantire una vita indipendente - di Nicola Corea

Sono sempre di più le nazioni che scelgono di legalizzare il consumo della cannabis e delle altre droghe leggere.

Una scelta che punta a riconoscere un cambio di sensibilità da parte dell’opinione pubblica, ma anche a contrastare il commercio criminale di stupefacenti, a rimpolpare le casse statali con le tasse provenienti da un mercato legale, e non ultimo a ridurre le spese legate alle operazioni di repressione e a ridurre il numero di persone detenute per possesso o piccoli traffici di droghe leggere.

Un’analisi aggiornata della situazione italiana si trova nell’Undicesimo libro bianco sulle droghe. Nell’ultima edizione si evidenzia che i costi annuali in termini di mancate entrate fiscali, operazioni di polizia, rallentamento dei processi e sovraffollamento delle carceri raggiungono circa i 20 miliardi di euro. Il 30% dei detenuti entrano in carcere per una violazione dell’articolo 73 del Testo unico sulle sostanze stupefacenti (produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope), quasi il 24% dei detenuti attualmente è in carcere per violazioni dell’articolo 73 (violazioni che riguardano il consumo o lo spaccio al dettaglio) mentre solo il 9% delle detenzioni è legato all’articolo 74 (associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti o psicotrope), cioè per crimini gravi connessi al traffico di droga. La legalizzazione, o anche la semplice depenalizzazione, delle droghe leggere basterebbe quindi per risolvere in un colpo il problema del sovraffollamento delle carceri, comportando al contempo un aumento di entrate stimate in circa i 5,5 miliardi di euro l’anno.

Altro aspetto importante è quello degli effetti della depenalizzazione o legalizzazione delle droghe leggere sui consumi. A giudicare dalla letteratura scientifica disponibile, non esiste ancora una risposta univoca. Uno studio del 2019 su Jama Pediatrics ha analizzato la situazione nello stato di Washington, concludendo che la legalizzazione della cannabis medica non incoraggia il consumo tra gli adolescenti, e che la legalizzazione del consumo ricreativo potrebbe addirittura ridurlo. In Canada, i risultati preliminari dell’indagine nazionale sul consumo di cannabis del 2019 indicano che non vi è stato un aumento nei consumi tra i giovani in seguito alla legalizzazione del 2018, e che gli unici ad aumentare il consumo sono stati gli uomini tra i 45 e i 64 anni.

Molti esperti concordano nel ritenere la legalizzazione un fattore che dissuade il consumo tra i più giovani, in parte per motivi culturali e in parte per una maggiore facilità dei controlli in un contesto normativo che ne proibisce la vendita unicamente ai minori.

In Italia, con i suoi 60 milioni di abitanti, si raggiungerebbero facilmente i 5 miliardi e mezzo di introiti fiscali annuali stimati da alcune ricerche. Tagliando al contempo un’importante fetta di mercato alla criminalità organizzata e riducendo la popolazione carceraria.

 

* Avvocato – Foro di Catanzaro

 


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