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Franco Mirabelli: serve investire sulla sanità territoriale

02 Aprile 2021

Interventi a 7 Gold


SANITÀ 
- "Il tema della medicina territoriale si è posto con grandissima forza nella sua drammaticità in questa pandemia. È evidente che c’è un rapporto stretto tra la capacità di mettere in campo servizi territoriali e la capacità di assistere e guarire le persone. Dove, come in Lombardia, in anni precedenti si è fatta la scelta di dismettere la sanità territoriale, non è un caso che abbiamo avuto un tasso di mortalità più alto durante i momenti più drammatici dell’emergenza, all’inizio della pandemia. Tutte le Regioni possono essere misurate rispetto a questa capacità. È evidente che adesso su questo aspetto bisogna investire. Questa deve essere una lezione. È chiaro che la Sanità territoriale deve essere ricostruita in tutto il Paese e deve essere potenziata. Non è un caso se, sia nel Bilancio approvato a dicembre sia nei progetti del Recovery Plan, che utilizzeranno i fondi che l’Europa mette a disposizione per la ripartenza, una parte importante di risorse saranno utilizzate proprio per potenziare la medicina territoriale, la telemedicina e tutti gli strumenti che consentono di avere una Sanità più vicina alle persone e, quindi, più efficace. 

Speriamo che da oggi, con l’attivazione del centro di prenotazione per i vaccini si cominci a superare un evidente impasse che in Lombardia c’è fin dall’inizio del piano vaccinale e ci porti a dare risposte chiare ai cittadini. Ci sono alcune questioni assolutamente incomprensibili che vanno risolte. Le persone a rischio, quelle che hanno patologie gravi o invalidanti anche se giovani, non sanno ancora cosa fare, sono ancora chiuse in casa senza alcuna prospettiva perché non si sa quando si potranno vaccinare e non si sa neanche qual è il canale a cui possono accedere per chiedere chiarimenti. Vaccinare insieme moglie e marito magari con età diverse non è possibile perché anche se è più comodo per le persone potrebbe creare un problema nell’organizzazione. Il criterio dell’età andrà rispettato per evitare che ci siano prevaricazioni o altro. In Lombardia ci sono due problemi che ci segnalano con grande evidenza. Il primo problema riguarda le persone con disabilità e patologie gravi che non solo non sono state ancora vaccinate ma non sanno neanche come e quando ci riusciranno e a chi chiedere informazioni. Un altro problema riguarda l’assurda scelta delle sedi di vaccinazione: ho ricevuto segnalazioni di persone del Nord Milano, come Niguarda, Bicocca o Cologno Monzese che devono andare a Pieve Emanuele a vaccinarsi mentre i residenti di Pieve Emanuele, come ha denunciato il sindaco, vengono mandati a Cremona. È evidente che qualcosa non va. 100 sindaci dell’area metropolitana di Milano hanno scritto una lettera al Presidente della Regione per chiedere che su questa questione si faccia chiarezza e che si mettano anche i sindaci nelle condizioni di poter dare risposte ai cittadini".



Franco Mirabelli: le risorse europee servono


ECONOMIA
 - "Rispetto a tutta la discussione sulle chiusure e le aperture, come sempre bisogna scegliere cosa deve prevalere. In questo anno, al di là dei diversi Governi che si sono succeduti, si è fatta la scelta chiara di dare priorità alla salute dei cittadini, anche perché l’esperienza ha dimostrato che riaprire in maniera anticipata non ha aiutato nemmeno l’economia dato che poi si è dovuto richiudere subito perché erano saliti i contagi. Penso che oggi siamo nelle condizioni di vedere la fine del tunnel. Le vaccinazioni sono una chiave importante da questo punto di vista. Credo che più si faranno in fretta le vaccinazioni, più riusciremo a evitare che la curva dei contagi si rialzi. Penso, quindi, che si sia fatto bene a decidere che anche questa Pasqua trascorra con restrizioni.  

È evidente che la situazione è grave. Le conseguenze della pandemia sul fronte economico sono molto serie. In questo anno e mezzo abbiamo tenuto, grazie ad un’attenta gestione degli ammortizzatori sociali, la cassa integrazione, il blocco dei licenziamenti che però non può durare all’infinito. Abbiamo tenuto anche aiutando le persone che hanno perso il lavoro per diverse ragioni, compresi i lavoratori del sommerso, con il reddito di emergenza, che è stato recentemente prorogato. È evidente che nei prossimi mesi dovremo saper gestire gli ammortizzatori sociali, magari riformandoli, perché non possiamo più pensare dopo questa vicenda che gli ammortizzatori sociali siano dedicati soltanto ai lavoratori dipendenti e, come è stato durante la pandemia, vanno garantiti sempre anche ai lavoratori autonomi e alle partite IVA. Contemporaneamente dovremo far ripartire l’economia e, quindi, l’occupazione. I soldi dell’Europa ci servono per investire su settori che possono dare grande occupazione, quindi, digitalizzazione, economia verde, infrastrutture, cantieri. Questi sono tutti ambiti che producono occasioni che possono dare una prospettiva al Paese e, in tempi non lunghissimi, possono anche creare molti nuovi posti di lavoro.  Abbiamo votato sia alla Camera dei Deputati che al Senato le Risoluzioni sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che contiene il piano degli interventi e delle priorità che il Governo ha costruito per i progetti del Recovery Plan. Abbiamo impegnato il Governo a venire in Parlamento prima di andare a presentare i progetti all’Unione Europea per una verifica parlamentare su questo. Ad agosto, dopo la presentazione dei progetti all’Unione Europea, dovrebbero cominciare ad arrivare i primi finanziamenti per progetti specifici. Non sono, infatti, soldi che vengono dati a pioggia ma sono vincolati al finanziamento di progetti per questioni specifiche che attengono al futuro del nostro Paese: la transizione ecologica, la digitalizzazione, l’infrastrutturazione guardando al trasporto pubblico e su ferro, la Sanità, la necessità di investire di più sulla Sanità territoriale, la telemedicina, la ricerca (perché non possiamo rischiare di ritrovarci nei prossimi anni di fronte a nuove pandemie senza avere gli strumenti per contrastarle). Questa sarà una grande occasione per cui ci dovremo attrezzare, mettendo in campo i progetti e sapendo che questo Paese, per riuscire a spendere come dovremo fare i miliardi da qui al 2026, ha bisogno di riformare la Pubblica Amministrazione e mettere in campo procedure che consentano di mettere a terra quei soldi in tempi brevissimi, realizzando le opere velocemente. Da tempo e anche di recente ci siamo accorti più volte che la Pubblica Amministrazione fa fatica anche quando ci sono i soldi a metterli a terra. Questo è un tema che andrà affrontato nelle prossime settimane".




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