Stando ad una bozza della
#manovra che circola in queste ore, il governo introdurrebbe l'esonero contributivo per le assunzioni di lavoratrici donne nel biennio 2021-2022.
Un altro articolo, poi, sarebbe dedicato all'istituzione di un fondo a sostengo dell'imprenditoria femminile.
Si tratta di una misura che nasce da alcuni dati che rilevano come siano troppo poche le donne che avviano un'impresa o una start-up.
L'occupazione femminile in Italia è ancora un tasto dolente.
Per esempio, secondo l'ultimo report "Gender equality index" (che misura il progresso di una società senza diseguaglianze di genere) il nostro Paese è al 14esimo posto in Europa.
Mentre secondo l'ISTAT il 27% delle donne madri abbandona la proprio occupazione dopo il primo figlio, contro lo 0,5% degli uomini.
E nonostante una donna abbia il 16% di possibilità di laurearsi, rispetto al 13% maschile, guadagnerà in media 600 euro in meno, al mese, a parità di lavoro.
Investire sull'occupazione femminile porterebbe ad un aumento sostanziale del PIL, pari a 7 punti percentuali, secondo la Banca d'Italia.
Ecco perché il gender balance è anche un criterio guida dell'Unione europea per il
#RecoveryPlan.
Non servono altri buoni motivi per sostenere che una società più inclusiva e meritocratica è quello per cui dobbiamo lottare tutte e tutti, insieme.