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Caso ‘valutazione’ titoli libri, Paola Boldrini: siamo al delirio di onnipotenza, si confonde il controllo con la libertà di pensiero

09 Ottobre 2020


«Il ‘caso’ libri che nuovamente porta Ferrara agli onori della cronaca mi lascia semplicemente allibita. E mi preoccupa, perché è inutile girarci attorno, siamo di fronte a un atteggiamento censorio. La richiesta del consigliere leghista Alcide Mosso di ‘controllare’ i titoli dei testi che coi 50 mila euro messi a disposizione dal Governo – il doppio rispetto allo scorso anno, motivo per cui invece che criticare si sarebbe dovuto esultare  – saranno acquistati dal Comune per arricchire il patrimonio delle biblioteche pubbliche, significa peccare di presunzione, arroganza, addirittura delirio di onnipotenza. Se non fosse che proprio quest’ultimo, la storia ci insegna, fa danni. Non citerò i roghi che hanno contraddistinto i secoli e il loro significato, che immagino farebbe sorridere il consiglieri e chi lo ha sostenuto, ma come promotrice del potere dei libri come motore di conoscenza, identità, curiosità e libertà – oltre che della legge sulla promozione della lettura approvata proprio lo scorso febbraio – mi pongo domande. Una su tutte: quale sarebbe la metrica di giudizio per valutare i libri? Il titolo, la sinossi, il contenuto, le recensioni ottenute? Chi sarebbe deputato a giudicare?  Chi legge almeno cento libri all’anno, chi dieci, chi predilige i russi agli americani o gli americani ai russi? Quale il titolo di studio per ricoprire un ruolo di tale responsabilità etica? Passando alle osservazioni dell’assessore alla Cultura, Marco Gulinelli, che per stare al centro e spegnere il ‘fuoco’ si è proposto come garante dei titoli destinati ai minori, l’assessore ha forse una formazione specifica in materia per arrogarsi questo diritto? Conosce la pedagogia? Ecco, tocca sperare che quanto avvenuto in commissione sia stata una boutade, proferita più per non conoscenza delle prassi che convinzione. Perché la parola di troppo, il gettare poi ritirare, il confondere il controllo con la libertà di pensiero, quando si svolgono ruoli istituzionali, non è concesso». Paola Boldrini, senatrice Pd e tra i promotori Legge sulla promozione Lettura


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