Il Recovery Fund ci offre per l'appunto l'occasione di ricevere fresh money, soldi freschi, senza dover ricorrere a tagli o riforme a costo zero. Spero dunque che ci siano i margini per stanziare, come chiedono gli scienziati, tra il 5% e il 10% dei circa duecento miliardi che l'Europa metterà a disposizione dell'Italia tra prestiti e sovvenzioni, così da finanziare le principali iniziative su cui il governo sta già riflettendo in sede di elaborazione delle linee guida del Piano
#NextGenerationItalia. Solo così la ricerca potrà veramente essere una leva della ripresa sostenibile, equa e intelligente, che ci renda ancora più protagonisti in Europa, nostro orizzonte di crescita e sviluppo. In parallelo, le prossime settimane saranno cruciali per definire il bilancio pluriennale dell'Unione europea per i prossimo sette anni. Se veramente vogliamo raggiungere quella massa critica necessaria a rendere il nostro continente la regione più innovativa e RESEARCH-FRIENDLY del pianeta, se veramente vogliamo diventare nei prossimi trent'anni il primo continente al mondo ad impatto zero sul clima, se veramente vogliamo entrare nella rivoluzione digitale da protagonisti e non da spettatori, ecco che la risposta è una sola: servono più soldi in R&I, serve – in una parola sola - più
#HorizonEurope, e naturalmente serve spenderli bene. Questa dev'essere la nostra visione per un'Italia forte, coraggiosa e protagonista, in UE e per un'UE più autonoma e sovrana nel mondo.
Eurodeputati PD