Registrati

Privacy

Informativa ai sensi dell'art. 13 del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196. La raccolta e il trattamento dei dati sono effettuati limitatamente ai fini connessi alla gestione operativa e amministrativa del servizio. I dati sono trattati con strumenti informatici e telematici e non saranno comunicati a terzi. Il titolare del trattamento è AreaDem.
* Acconsento al trattamento dei miei dati personali
Log in

 
Registrazione al sito - Login al sito

Il Coronavirus può generare 25 milioni di disoccupati nel mondo. Indispensabili contromisure internazionali - di Nicola Corea

20 Marzo 2020



Il Covid-19 avrà effetti devastanti sul mondo del lavoro. Oltre alla perdita dell’impiego, in tanti sono a rischio di sottoccupazione e povertà.

Secondo l'Organizzazione internazionale del lavoro, la crisi economica generata dalla pandemia di coronavirus potrebbe aumentare la disoccupazione globale per 25 milioni di persone, superiore dunque alla perdita di 22 milioni di posti che si verificò nel biennio 2008-2009, in seguito alla crisi finanziaria.

Tuttavia – precisa la stessa Organizzazione - se si adottano adeguate misure a livello internazionale, l'impatto sulla disoccupazione globale potrebbe essere significativamente contenuto.

Lo scenario più pessimistico stima in 24,7 milioni la crescita di disoccupati nel mondo. Invece, previsioni più confortanti, valutano la perdita di posti di lavoro pari a 5,3 milioni di persone al momento impiegate, a condizione che si adottino misure urgenti a livello internazionali.

E’ indispensabile proteggere i lavoratori sul luogo di impiego, stimolare l'economia e l'occupazione e sostenere posti di lavoro e redditi. Tali misure comprendono l'estensione della protezione sociale, il sostegno dell’occupazione e sgravi finanziari o fiscali, anche per le piccole e medie imprese.

Anche la sottoccupazione potrebbe aumentare su larga scala poiché le conseguenze economiche dell'epidemia si traducono in riduzioni delle ore di lavoro e dei salari. Non va meglio neanche il lavoro autonomo, specie nei Paesi in via di sviluppo. Lo studio dell'Organizzazione internazionale del lavoro, stima una perdita economica per i lavoratori “tra gli 860 miliardi di dollari e i 3,4 trilioni di dollari entro la fine del 2020”. Ciò significa anche una riduzione dei consumi di beni e servizi, “a sua volta influenzando le prospettive per le imprese e le economie”.

Anche la povertà lavorativa, cioè lo stato di difficoltà economica che si verifica anche su chi percepisce un salario, è destinata ad aumentare significativamente, poiché “la tensione sui redditi derivante dal declino dell'attività economica devasterà i salari vicini o al di sotto della soglia di povertà”. Si stima che fino a 35 milioni di persone in più saranno in condizioni di povertà lavorativa in tutto il mondo, rispetto alle previsioni che non tenevano conto del Covid-19.

E’ essenziale sostenere la fiducia del pubblico e adottare misure urgenti per superare questa crisi. Le norme internazionali sul lavoro forniscono una base comprovata per le risposte politiche incentrate su una ripresa sostenibile ed equa, tuttavia, le istituzioni internazionali devono intervenire con immediatezza.


Commenta... oppure


torna su

Agenda

DoLuMaMeGiVeSa
1 2 3 4 5 6
7 8 9 10 11 12 13
14 15 16 17 18 19 20
21 22 23 24 25 26 27
28 29 30

Rassegna stampa